Lacrime di coccodrillo e simboli, la politica lasci stare Totò Schillaci - Live Sicilia

Lacrime di coccodrillo e simboli, la politica lasci stare Totò Schillaci

La firma sul registro del dolore. E poi?
IL LUTTO E LA POLEMICA
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La politica lasci stare Totò e non se ne appropri. Lui sarà sempre un ragazzo del popolo, uno di noi. La politica, che continua a inviare comunicati di cordoglio in fotocopia per la morte di Totò Schillaci, dopo avere espletato il rito della partecipazione, concentri i suoi sforzi, per citare un argomento bruciante, sulle periferie in crisi.

Che erano tali ai tempi in cui Schillaci era un bambino, così restarono quando diventò capocannoniere del Mondiale, e sempre desolate le osserviamo, ancora adesso, mentre scorre il fiume impetuoso del cordoglio.

Il messaggio istituzionale di chi ha un ruolo di rappresentanza è un passaggio necessario e indiscutibile. Ma diramate con cautela, cari politici, la noterella accorata, il dettaglio personale, l’aneddoto, il linguaggio familiare di vicinanza. Se dolore pubblico deve essere, sia almeno sobrio e ‘utile’.

Perché quando leggiamo il messaggino impegnato, politicamente a vario titolo, grondante buoni sentimenti, desideroso di annunciare il riscatto, insistente sull’abbraccio al personaggio, vengono su domande scomode, che turbano il nostro lutto.

Dov’è la politica, quando si tratta di soccorrere gli altri Totò Schillaci in erba, gli avvocati potenziali, i medici futuribili del Cep, dello Zen, del Borgo, etc etc?

Dov’è la politica quando c’è bisogno di una vera azione in profondità per dare a tutti le stesse occasioni e, invece, si preferisce che i vinti siano i vinti, essendo più facile, nelle sconfitte esistenziali dei poveri, raccogliere i voti legati alla sopravvivenza?

Dove è stata la politica per Totò, questo amatissimo figlio di Palermo, vissuto a Palermo, fino all’ora della sua morte circondata di lacrime, quelle di coccodrillo comprese?

Perciò, caro politico e cara politica, affannati nel mettere la firma di presenza sul registro del commiato, desiderosi dell’appoggio postumo e involontario di un simbolo, passate, finalmente, alla scabra verità delle cose. La retorica dell’umiltà suona stonata, quando proviene da chi dovrebbe sanare le ferite all’origine.

Uscite dal Palazzo e condividete le strade dei vinti, nel vasto mare del disagio.

Adoperatevi per salvare gli altri Totò Schillaci e tutti coloro che devono essere salvati con i diritti, non con i favori, non con gli oboli. Solo così la splendida memoria di un ragazzo come noi sarà davvero onorata.

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