Sicilia, vertice maggioranza: spine Mpa per Schifani e paletti Dc

Verso il vertice di maggioranza, spine Mpa per Schifani e la Dc fissa i paletti

Mercoledì confronto interno a Forza Italia

PALERMO – L’appuntamento è fissato per le 15:30 di venerdì. Le regole d’ingaggio per il vertice di maggioranza che dovrà sopire i malumori nel centrodestra siciliano prevedono la presenza dei capigruppo all’Ars e dei segretari di partito, più eventuali ‘deroghe’ per i leader regionali che, a quanto si apprende, non dovrebbero essere tanti. Accogliendo gli alleati nelle stanze di Palazzo d’Orleans il governatore Renato Schifani proverà a calmare le acque diventate agitate dopo l’ultima infornata di nomine nella sanità.

Spine Mpa per Schifani

L’ospite più ‘riottoso’ sarà quel Movimento per l’autonomia che più di tutti è andato in pressing per ottenere un chiarimento con il presidente della Regione. La sanità, con i nomi graditi agli autonomisti sul fronte catanese saltati all’ultimo minuto, e la frenata sul disegno di legge che aumentava la platea degli amministratori locali sono soltanto alcuni dei nodi che il partito di Raffaele Lombardo porterà all’attenzione dei presenti.

Sul tavolo gli autonomisti porranno anche la questione della “pari dignità” con gli alleati rispetto ai rapporti di forza in Giunta, anche se difficilmente il governatore cederà sul secondo assessore in virtù del sesto ingresso nel gruppo Ars che risponde al nome di Gianfranco Miccichè. La spia dei sentimenti che albergano dalle parti autonomiste l’ha data l’intervento di Giuseppe Geremia Lombardo in Aula, nel giorno del Defr. Bordate su economia (“fase espansiva post-pandemica in rallentamento”) e sanità (“troppi ritardi sui progetti Pnrr e sull’assistenza domiciliare, vigileremo sulla riorganizzazione della rete ospedaliera”).

Il deputato Mpa non le ha mandate a dire anche su Ast, autentico nervo scoperto per i lombardiani rimasti fuori dal ponte di comando dell’Azienda siciliana trasporti. “Abbiamo votato senza grande convinzione la norma sulla trasformazione in società in house e la ricapitalizzazione – le parole di Lombardo -, ma la precedente governance ha commesso imperdonabili errori di programmazione non prevedendo per tempo il servizio con autobus propri o a noleggio in vista dell’apertura dell’anno scolastico”. Da qui l’avviso ai naviganti: “Sull’Ast non concederemo più deleghe in bianco, vogliamo vederci chiaro”.

La Dc e il ‘caso Agrigento’

Clima diverso in casa Dc, dove comunque non mancano le sottolineature e gli appunti rispetto alle ultime vicende. La vigilia del vertice è stata animata da un botta e risposta tra il neo autonomista Miccichè e l’ex governatore Totò Cuffaro, ma dallo schieramento centrista viene rispedita al mittente l’idea di una Democrazia cristiana “coccolata” dalle scelte di Palazzo d’Orleans.

Non è stato così per le nomine nella sanità agrigentina, dove si è sentita l’influenza Mpa che ha chiesto un ‘risarcimento’ per gli smacchi subiti a Catania. La Dc, ad ogni modo, resta al fianco di Schifani ma non ci sta a passare per il partito ‘acchiappanomine’ e al tavolo porrà con una certa veemenza il ‘caso Agrigento’. Nella provincia granaio di voti dell’ex governatore, infatti, lo scudocrociato è rimasto fuori dai posti che contano come l’Iacp, ex provincia e vertici del Consorzio universitario.

Noi Moderati alla finestra

Anche Noi Moderati, il partito di Maurizio Lupi che con la candidatura di Massimo Dell’Utri alle Europee nell’ambito dell’accordo federativo con Forza Italia ha contribuito al buon risultato elettorale delle ultime consultazioni, attende segnali di riconoscimento. Per il partito di Saverio Romano sarà lo stesso Dell’Utri a partecipare all’incontro.

I nodi interni a Forza Italia

Cielo sereno, invece, dalle parti di Fratelli d’Italia e della Lega, mentre i problemi interni a Forza Italia resteranno congelati fino alla riunione con il gruppo parlamentare fissata per mercoledì. Il dossier è delicato per Schifani, alle prese con i mal di pancia del fronte vicino all’eurodeputato Marco Falcone che aveva sponsorizzato (invano) il nome di Giovanni La Via per l’assessorato al Bilancio.

L’arrivo di Alessandro Dagnino negli uffici di via Notarbartolo ha spiazzato anche il drappello di deputati che da tempo chiedono al governatore maggiore condivisione nelle scelte. Una fazione che, a sua volta, punta all’assessorato alla Salute. Quella che conduce a piazza Ottavio Ziino è una delle strade che potrebbero consentire a Schifani di raggiungere il traguardo della pax interna, ma a quel punto si verificherebbe il classico caso di “una poltrona per due”. Davanti al governatore un dilemma semplice: a quale delle due anime del partito concedere il posto ricoperto per ora da Giovanna Volo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI