L'addio a Pippo Baudo, Laura Pausini e Giorgia in lacrime

L’addio a Pippo Baudo, Laura Pausini e Giorgia in lacrime

Le due cantanti alla camera ardente

ROMA – Anche Laura Pausini e Giorgia alla camera ardente allestita per accogliere la salma di Pippo Baudo. “Mi ha sempre dato tantissimi consigli – ha ricordato Pausini -. È l’uomo che mi ha cambiato la vita. Ha dato a me e la mia famiglia un’opportunità, un sogno”.

Il ricordo di Laura Pausini

Pausini è arrivata al delle Vittorie insieme con Paola Cortellesi e Riccardo Milani con un mazzo di rose bianche in mano. “Ho di lui tantissimi bei ricordi”, ha detto con la voce rotta.  Poco prima avevano fatto il loro ingresso mano nella mano Giorgia e Gianni Morandi, visibilmente commossi.

Il ricordo di Giorgia

“Pippo Baudo credeva tanto in me, neanche io ci credevo tanto come ci credeva lui all’inizio”, ha raccontato Giorgia ai cronisti fuori dal Teatro delle Vittorie, dopo aver reso omaggio alla salma del presentatore in un momento di grande emozione culminato con l’abbraccio a Dina, la storica collaboratrice di Baudo, nel corso del quale è scoppiata a piangere.

“”Se non ci fosse stato Pippo nel ’93 e, poi, nel ’94, nel ’95, e pure negli altri anni per un semplice consiglio, sicuramente avrei fatto un percorso diverso – ha proseguito -. Mio padre mi ricordava che nel primo Sanremo gli disse: ‘guarda che cosa hai generato?’ Lui si vergognò moltissimo perché glielo disse ad alta voce. Insomma, stiamo salutando una parte della nostra storia, della nostra cultura, è proprio una perdita collettiva che in qualche modo ci unisce e questa è una cosa che poche persone riescono a lasciare come eredità, come ricordo e credo che lui lo meritasse ed è stato bravo a creare questo, a entrare nelle nostre case e a creare questo legame”.

Negli ultimi anni di vita “gli era uscita fuori questa dolcezza che era lì che aspettava di uscire”, ha aggiunto. “Di ricordi con lui ne ho tanti la prima volta che l’ho visto avevo 22 anni, adesso ne ho 54 – ha dichiarato ancora Giorgia -. Io l’ho conosciuto in un momento di grande attività, di grande lavoro, con tempi serrati che non ci davano il tempo di avere conversazioni che ci siamo invece riservati negli ultimi anni. E lì c’era la sua saggezza, il suo saper vivere, la sua ironia e anche questa dolcezza che ho fatto mia per sempre”.

Il ricordo più bello è stato quello di “quando mi chiamò e mi disse: ‘hai vinto’ – ha detto -. Io dissi ‘che figata’, non capivo niente, ero una ventitreenne completamente rimbambita nel mio essere incosciente e non capire che stava accadendo questa magia”.


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