CATANIA – Tre anni e 10 mesi di reclusione per calunnia e falsità ideologica per l’agente della polizia di Stato Rosario Rapisarda; due anni e dieci mesi ciascuno per due assistenti capo, Giovanni Brischetto e Aurelio Paratore per lesioni personali; sei mesi di reclusione per il titolare di un bar di Acireale, Paolo Rino Torre, per oltraggio a pubblico ufficiale, e prescrizione del reato di omesse generalità per sua moglie, Patrizia Santonocito. Sono le richieste avanzate alla terza sezione monocratica del Tribunale di Catania dal Pg Sabrina Gambino. I fatti al centro del procedimento risalgono al 18 febbraio del 2012. Secondo l’accusa, Rapisarda avrebbe riferito ad agenti del commissariato di Acireale di essere stato aggredito da Paolo Rino Torre a causa di uno scontrino sbagliato e avrebbe poi redatto una falsa relazione di servizio.
Gli altri due poliziotti sono accusati di lesioni personali nei confronti del barista per averlo colpito per punirlo dell’aggressione nei confronti del collega. Nel processo sono parte integrante le riprese di videosorveglianza regolarmente installate all’interno dell’esercizio. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 30 maggio. Nel processo il ministero dell’Interno è presente come responsabile civile e tramite l’avvocatura dello Stato ha rigettato una richiesta di risarcimento danni di 100mila euro chiesto da Torre, che è parte civile assistito dagli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco. I tre poliziotti sono assistiti da Vincenzo Mellia, Giuseppe Lo Faro, Pietro Granata, Riccardo Musumeci e Fabrizio Seminara. (ANSA).