CATANIA – Ucciso come un gangster nella Chicago degli anni 20. Massimiliano Bonaccorsi, il 23 gennaio 1997, è stato freddato da alcuni killer all’interno di una sala da barba di via Poulet, nel rione Passareddu. Non è stato un omicidio qualunque. Avevano ammazzato uno dei boss dei ‘carateddi’ nella sua roccaforte a San Cristoforo. Massimiliano Bonaccorsi aveva preso le redini del clan dopo l’arresto dei fratelli maggiori Ignazio e Concetto e l’aveva portato in auge. Nonostante fosse il minore della famiglia aveva avuto il carisma di serrare le fila e riconquistare potere nello scacchiere della mafia catanese.
Fin da quel momento i ‘Carateddi’ hanno meditato vendetta. Vendetta che sarebbe arrivata qualche mese dopo. Esattamente il 29 novembre 1997. Nella ‘famiglia mafiosa’ erano convinti che uno dei sicari fosse Antonio Mario Fazio, ritenuto uomo dei Mazzei (nella malavita i Carcagnusi). E così è diventato un bersaglio “da eliminare”.
L’agguato è avvenuto a San Cristoforo. Quel giorno però Fazio non era da solo, con lui c’era Sebastiano Giovanni Desi. I killer non hanno avuto pietà. Prima hanno freddato Fazio alle spalle con due colpi, poi altri quattro mentre tentava la fuga. Uno dei proiettili ha ferito mortalmente Desi. Il duplice delitto è rimasto irrisolto per decenni. Poi il fascicolo è stato ripreso dal cassetto quando Salvuccio Bonaccorsi, nipote di Massimiliano e figlio di Concetto, ha deciso di diventare – qualche anno fa – collaboratore di giustizia. Anche il padre lo ha seguito nella scelta.
Il giovane boss dei Carateddi ha fatto nomi e cognomi. E ha puntato il dito anche contro lo zio Antonio Bonaccorsi, un altro rampollo della famiglia mafiosa. E ora per lui, già detenuto per altra causa, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio firmata dalla pm Antonella Barrera. Il commando armato sarebbe stato composto anche da Silvestro Indelicato, 58enne, Francesco Spampinato, 57enne, e Tommaso Tropea, 58enne. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 22 aprile 2022 davanti alla gup Dorotea Catena.
Il fuoco della vendetta per Massimiliano Bonaccorsi non si è spento. Nei primi anni del nuovo secolo ha fatto la scalata nella cupola dei “Carateddi” Sebastiano Lo Giudice, nipote dei fratelli Bonaccorsi. Sua madre è una Bonaccorsi. Iano “U Carateddu” ha formato il suo gruppo di fuoco e ha cominciato ad ammazzare. I pentiti hanno raccontano che Matteo Gianguzzo, freddato il 18 luglio 2001, è stata la prima vittima del folle piano di sangue contro i “Carcagnusi”.