L'anno scorso altro dramma | in via Orsa Minore - Live Sicilia

L’anno scorso altro dramma | in via Orsa Minore

Maria Ragonese

Il 18 agosto dello scorso anno un'altra tragedia lungo la stessa strada. Maria Ragonese, 23 anni, fu investita da un coetaneo mentre attraversava sulle strisce pedonali. Morì dopo ventiquattro ore d'agonia.

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PALERMO – Un incidente in via Orsa Minore, poi la corsa disperata verso l’ospedale Civico. Le fasi di un dramma che sembrano somigliare a quelle di una tragedia avvenuta quasi un anno fa lungo la stessa strada, a distanza di pochissimi metri da dove lo scooter di una ragazza si è scontrato con un’auto. La giovane che ha poi abortito in ospedale, in seguito all’impatto troppo violento, era una futura mamma. Maria Ragonese lo era già. Lei lottò per ventiquattro ore contro la morte nello stesso ospedale in cui la ventottenne ha perso il suo bambino, ma non ce la fece.

Aveva 23 anni, era madre di una bimba di sei mesi. Fu investita la scorsa estate, il 18 agosto, mentre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali in via Orsa Minore: a guidare l’auto c’era un suo coetaneo, Giovanni Calabria, 24 anni. I giovane, tassista di professione, ha scelto lo scorso marzo di concordare la pena. Si partiva da una condanna a due anni e tre mesi che, alla luce del patteggiamento e del riconoscimento delle attenuanti generiche, è scesa fino a un anno e sei mesi.

Calabria, che è incensurato, ha potuto godere anche della sospensione condizionale della pena per cinque anni. Dalle indagini, infatti, è emerso che il ragazzo procedeva al centro della carreggiata, a fari spenti nella notte, e non fece alcun tentativo di frenata. Probabilmente, vista la “mediocre illuminazione artificiale,” così la definisce il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, non si accorse neppure che Maria e un amico transitavano sulle strisce.

Il giovane se la cavò con delle ferite. Maria non superò i gravi traumi. Subito dopo l’incidente, l’imputato si fermò per soccorrere la vittima. Poi, chiese perdono ai genitori di Maria Ragonese, che si sono costituiti parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniele Fresta. Perdono per il dolore che aveva provocato loro nonostante considerasse l’incidente una tragica fatalità, causata, forse, da un colpo di sonno.

“Una persona disperata. Sotto choc e incapace di ricordare cosa fosse accaduto”, la definì il suo legale, l’avvocato Stefano Santoro. Il ragazzo conosceva Maria da anni, erano cresciuti assieme nel quartiere. I suoi familiari andarono subito a casa dei Ragonese, a Ficarazzi, per abbracciare il padre della giovane mamma il cui cuore smise di battere in un letto di ospedale. E così Calabria ha saldato il suo conto con la giustizia con un anno e sei mesi di carcere, pena sospesa ed il ritiro della patente per due anni.

 


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