L'appello dell'Ance Palermo |"Fare chiarezza sui cantieri"

L’appello dell’Ance Palermo |”Fare chiarezza sui cantieri”

Miconi: "In molti casi impossibile rispettare le distanze interpersonali"

Coronavirus
di
2 min di lettura

PALERMO – “É positivo che l’ultimo decreto del governo permetta di tenere aperti i cantieri edili quando si possono garantire condizioni di sicurezza, purtroppo ciò spesso non è possibile e, in questi casi, le imprese non possono pagare per i ritardi nel completamento delle opere”. E’, in sintesi, il contenuto di alcune lettere inviate dal presidente di Ance Palermo (l’associazione dei costruttori edili), Massimiliano Miconi. A una delle missive ha risposto il Provveditore interregionale alle opere pubbliche di Sicilia e Calabria, Gianluca Ievolella, in cui, per quanto riguarda i cantieri gestiti dai suoi uffici, dispone che “su richiesta dell’appaltatore, si potrà procedere alla sospensione dei lavori (ai sensi del comma 1 dell’art.107 del Codice)”. “Bisognerà, però, specificare – scrive l’ingegner Ievolella – che la sospensione è stata richiesta dall’impresa e che l’amministrazione vi acconsente, senza che ad essa possano essere addebitati eventuali maggiori oneri o costi”. Secondo Miconi, in molti cantieri non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, imposta dalla norma per contrastare il Coronavirus. In alcuni casi è inevitabile dover ridurre il numero degli addetti presenti nel cantiere, con la conseguenza che, nel primo caso, i lavori si devono fermare, mentre nel secondo caso i tempi di esecuzione si allungano. In molti casi, gli enti appaltanti, ma soprattutto i committenti privati, si rifiutino di sospendere i lavori o di concordare un maggior tempo, minacciando l’inadempienza contrattuale. “É necessario – scrive Miconi nella nota inviata al presidente nazionale Gabriele Buia, affinché intervenga presso il governo – poter disporre di una norma di legge che consenta alle imprese di poter certificare, anche con un accordo sindacale di cantiere, l’impossibilità di proseguire i lavori o l’allungamento dei tempi, senza incorrere in penali e risoluzioni contrattuali”. In una seconda lettera, inviata all’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, Miconi chiede che una disposizione analoga a quella del Provveditore venga inviata dall’assessore agli uffici di competenza. (ANSA).

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI