Il primo risultato investigativo portato dalle rivelazioni di Salvatore Scavone, ex vertice dei Nizza e a gennaio diventato collaboratore di giustizia, è stato il sequestro di un potente arsenale. Anzi ha indicato ai carabinieri e alla magistratura due nascondigli di armi. Potentissime. In un parcheggio di un centro commerciale, alcuni sacchi contenenti rifiuti erano stati accatastati per nascondere un beauty case al cui interno c’era una pistola Benelli Army calibro 9 sprovvista di matricola e circa 300 cartucce di vario calibro. In via Bianchi, in un appartamento abbandonato, i militari dopo aver affrontato una stretta scalinata hanno trovato due borsoni con un vero e proprio arsenale. La notizia era stata diffusa qualche mese fa, ma non era trapelato che l’input investigativo era partito da Salvatore Scavone. Lo svela il Mensile S in edicola.
C’erano una pistola Benelli Army calibro 9 sprovvista di matricola, 2 fucili mitragliatori (specificamente un AK 47 Kalasnikov cal. 7,62 ed un “MP brasilien” cal. 9 munito di silenziatore), 1 fucile lanciagranate con 6 proietti e 757 cartucce di vario calibro, oltre ad un passamontagna con un giubbotto antiproiettile e 9 ordigni esplosivi. Vista la pericolosità è stato chiesto anche l’intervento della Squadra Artificieri. Vicino a un edificio scolastico di San Cristoforo è stato trovato un altro bagaglio contente un ulteriore mitra AK 47 Kalashnikov, un fucile a pompa, una pistola a tamburo calibro 38 con matricola abrasa, 68 cartucce di vario calibro e un puntatore laser e 3 ordigni esplosivi di tipo artigianale.
Le armi sono state inviate al Ris di Messina per verificarne l’utilizzo in eventuali eventi criminali.