Un retrogusto sgradevole rimane appiccicato al palato, dopo l’ultima polemica tra l’assessore Gaetano Armao e il giornalista Lirio Abbate. A margine di una storia di cronaca siamo stati sommersi da lacerti di vicende personali, dall’olezzo di rancori profondi, dall’ombra di legami affettivi, morbosamente ri-percorsi dalla curiosità popolare.
Da una parte c’è un cronista che scrive di un uomo pubblico, dall’altra c’è un politico che gli risponde mettendo in campo il suo privato. Si scatenano e si inseguono commenti e chiarimenti che mostrano sul davanzale i panni intimi di questioni familiari, con fidanzate, ex mogli e figli, coinvolti nel frullatore. Un sommesso appello, secondo il registro di una antica consuetudine del decoro in ogni guerra senza quartiere, a prescindere dal merito del fatto che altri valuteranno. Lasciate stare donne e bambini.