PALERMO – “Il Comune di Palermo non ha intenzione di ‘mettere in mezzo alla strada’ nessuno ma, di fronte a un’emergenza che riguarda migliaia di cittadini, a fronte delle risorse disponibili, il criterio del rispetto della legge è l’unico che può garantire i diritti di tutti, evitando che si instauri una guerra fra poveri o una legge da ‘far west'”.
Lo dice l’assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo, Agnese Ciulla. “In ogni caso – prosegue – nei prossimi giorni chiederemo un incontro urgente in Prefettura sull’argomento, perché si studino e si individuino soluzioni condivise”. Nel dicembre 2011, al fine di dare esecuzione a una precedente determina di sgombero di un’area-container occupata da alcune famiglie, il Comune aveva disposto che le famiglie (11 in totale) fossero alloggiate per sei mesi (giugno 2012) in appartamenti confiscati alla mafia e nella disponibilità del Comune.
L’assegnazione fu effettuata su ordine del sindaco, in deroga alla graduatoria già vigente dell’emergenza abitativa, lasciando fuori dagli alloggi altre 11 famiglie che in questi mesi hanno visto disatteso un proprio diritto. “Le famiglie che attualmente occupano gli alloggi confiscati – si legge, in una nota del Comune – sanno da molti mesi che quella non era e non avrebbe mai potuto essere una sistemazione definitiva.
La nuova amministrazione ha manifestato da mesi l’attenzione al tema dell’emergenza abitativa, deliberando la sospensione di tutti i provvedimenti di sgombero da edifici comunali ma, nel caso specifico, si è ritenuto di intervenire, anche a seguito di una richiesta motivata di intervento da parte della Prefettura, riferita alla normativa sui beni confiscati”. “Il Comune – conclude la nota – ha quindi avviato le procedure necessarie