PALERMO – Un ruolo attivo su tutti i fronti. L’avvocato non si sarebbe occupato soltanto dell’aspetto “legale” per ottenere i risarcimenti dalle assicurazioni, ma si sarebbe impegnato in prima persona per organizzare le visite mediche e, addirittura, fare pressioni su chi aveva dei ripensamenti.
Una volta avviato l’iter dei falsi incidenti con tanto di ossa rotte infatti, non era possibile tornare indietro per l’organizzazione che truffava le assicurazioni a Palermo. Tra le 42 persone fermate nelle scorse ore dalla squadra mobile e dalla guardia di finanza, c’è anche Graziano D’Agostino, 42 anni, indicato come legale di fiducia dalle “vittime” che hanno deciso di collaborare con gli inquirenti.
Secondo quanto è emerso dalla seconda tranche dell’inchiesta “Tantalo”, l’avvocato si sarebbe occupato, tra gli altri, del falso incidente stradale di una donna che si era fatta rompere braccio e piede destro. E’ stata lei stessa a raccontare quei momenti di pura violenza in una delle “camere dell’orrore” della banda: aveva messo gli arti tra due mattoni, poi alcuni componenti dell’organizzazione avevano lanciato un peso, di quelli utilizzati nelle palestre, provocando la rottura delle ossa.
E a placare il dolore, come le indagini hanno accertato, c’erano soltanto delle dosi di un anestetico di bassissima qualità. Numerosi gli episodi che vedono protagonista l’avvocato insieme a tre medici legali ed un perito assicurativo: un gruppo che si sarebbe mosso dietro l’organizzazione di reclutatori e picchiatori, per fare andare a buon fine le pratiche. Il provvedimento di fermo firmato dai sostituti procuratori Daniele Sansone e Alfredo Gagliardi si sofferma, in particolare, su una vicenda. Una giovane mamma palermitana in difficoltà economica aveva deciso di sottoporsi alle violenze, ma dopo alcuni giorni ci aveva ripensato.
D’Agostino, però, avrebbe avuto il compito di fare andare avanti la procedura ed aveva fissato la visita con uno dei tre medici. La donna era così stata contattata prima da Francesco Mocciaro, Antonia Conte e Salvatore La Piana (arrestati nella prima fase dell’inchiesta, lo scorso agosto ndr), poi proprio dall’avvocato, che con insistenza le avrebbe detto che era ormai necessario proseguire. Alle prime telefonate ne sarebbero seguite molte altre, al punto che il legale, un giorno, avrebbe tentato di mettersi in contatto con la donna senza sosta: dodici volte nell’arco del pomeriggio.
L’avvocato si era tra l’altro messo a disposizione per accompagnare la donna dal medico, ma lei non si era fatta viva nonostante avesse detto che si sarebbe presentata. D’Agostino, a quel punto, avrebbe parlato del comportamento della giovane mamma a Mocciaro e La Piana, che la avevano subito contattata. Il piano stava per andare in fumo, in ballo c’erano migliaia di euro di risarcimento e troppe erano ormai le persone coinvolte: per loro la truffa doveva andare avanti. “Mi dissero che così li avrei fatti arrestare tutti”, ha riferito poi la donna alla polizia, raccontando nel dettaglio le pressioni ricevute.