CATANIA – La parola Avvocato, con la A maiuscola e la schiena dritta, non dovrebbe mai coniugarsi con il rischio di rimetterci la Vita, semmai dovrebbe correlarsi con l’Essere Avvocato e non solo farlo, l’Avvocato. Eppure, a Catania, essere Avvocati con la A maiuscola comporta un rischio in più, quasi una cifra identificativa: si può rischiare di perderla, la Vita.
Lo abbiamo imparato, e non più dimenticato, con l’esempio di Serafino Famà; continuiamo a fare esercizio di memoria e identità – e dignità oseremmo dire – anche quando l’ennesimo collaboratore di giustizia ricorda che dopo una sentenza sgradita, l’Avvocato (sempre con lettera maiuscola, s’intende) diventa l’obiettivo.
Il destinatario di rabbia e risentimento, anche quando è stato l’unico ad essere stato al fianco dell’imputato, sino all’ultimo.
Enzo Trantino non ha bisogno di solidarietà ma, come Camera Penale di Catania non a caso intitolata ad un Uomo e Avvocato che dal suo studio è uscito, sentiamo il dovere, anzi il diritto, di ringraziarlo, sempre. Perché ci mostra, da anni, come si è Avvocati nelle aule e nei rapporti umani.
Ed è lezione, umana e professionale ad un tempo, che ci da il senso della gratitudine per il dono ricevuto di essere suoi colleghi e suoi contemporanei. Di ricevere, sempre. lezione di coraggio nel quotidiano affrontare questa nostra professione.
A Enzo Trantino, che di questa nostra grande Camera Penale è stato grande presidente, manifestiamo tutto il nostro affetto e ci stringiamo a Lui, perché così ci sentiamo protetti e così potremo sempre proteggerlo.
La Camera Penale “Serafino Famà” di Catania