Riferimento e padre putativo: Catania, l'omaggio ad Enzo Trantino

Riferimento e padre putativo: Catania, l’abbraccio a Enzo Trantino

Il ricordo commosso del figlio Enrico: "Tu adesso riposati. Qui ci pensiamo noi"

CATANIA – Gigante e maestro. Coerente e incorruttibile. Riferimento ed esempio. È stato ricordato e raccontato con declinazioni unanimi l’avvocato Enzo Trantino. Da ieri, appena un istante dopo la sua scomparsa, istintivamente, ognuno ha voluto lasciare traccia di un aneddoto o di una testimonianza. Forse poche volte, come questa, non lo si è fatto per ostentazione: ma per un esercizio naturale che richiama alla riconoscenza. 

Il ricordo di Enzo Trantino

E non si tratta, molto banalmente, di politica. Di destra e di sinistra. O di rappresentare ad ogni costo una parte piuttosto che un’altra. È, umanamente, il voler riconoscere lo spessore e la misura di chi ha tracciato un solco. Nella Catania del foro e della politica.

“Ma di cosa vi disperate?”, starà commentando da qualche parte. Con la stessa lucidità che ha accompagnato Enzo Trantino fino ai 90 anni di vita compiuti lo scorso settembre. Ha attraversato la prima repubblica e buona parte della seconda, infiammando con i suoi comizi gli animi di mezza Sicilia. E lo ha fatto con una dialettica che è rimasta un marchio di fabbrica inclonabile.

Il ricordo del figlio Enrico

Considero un privilegio avere mantenuto lo status di figlio per sessantuno anni, ma non mi considero così forte da lasciarti andare come se fosse tutto normale. Da quando ero bambino, dovunque ti trovassi, qualunque cosa facessi, non mi facevi mai mancare quelle due, tre, più telefonate al giorno, anche solo per sentire la mia voce”, ha scritto ieri sera su Facebook il figlio e sindaco di Catania, Enrico.

“Sei stato così protagonista del mio presente, da avvertire smarrimento nel parlarti voltandomi indietro verso il passato. Chi è stato quercia per amici, colleghi e comunità, rimarrà nei ricordi di quelle parole che si trasformavano in tutto, consegnate alle piazze e alle aule di tribunale.

Io rimango qui. Con l’anima appannata. Cercando quei segni che da nove anni mamma mi invia, e che so tu non mi farai mancare. E mentre vedo i tuoi nipoti vegliare su di te, capisco che ci saranno immensi vuoti da colmare. Ma ti garantiamo che sapremo unire i lembi lacerati, per ricominciare come avresti desiderato.

Tu adesso riposati. Qui ci pensiamo noi”.

Le interviste

Enzo Trantino, è stato padre putativo di tanti esponenti della destra etnea. Ha inconsapevolmente donato una pepita di saggezza ad ogni intervista. In una delle meno recenti, quella che risale ad appena dodici anni fa a Live Sicilia, a rileggerla oggi pare la consegna di un manifesto impietoso.

“Ma guardi: c’è un germogliare inverosimile di statisti. Nella politica di oggi chi fa il consigliere comunale si crede assessore o sindaco; chi fa l’assessore o il sindaco si crede un onorevole. E poi c’è un carrierismo brutale impossibile da tollerare. Noi della mia generazione li abbiamo saliti gli scalini. E sa una cosa?

Noi quegli scalini li abbiamo saliti ad uno ad uno, senza salti a piè pari o scorciatoie. Attaccavamo manifesti; passavamo le notti fuori ed il giorno eravamo puntualmente a lavorare; preparavamo comizi: alla fine c’era una selezione naturale e chi meritava andava avanti. E mi creda: non era la Repubblica di Platone. E di certo, non era nemmeno quello al quale assistiamo oggi”.


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