PALERMO – Una sola conseguenza diretta: le aziende che fino alla primavera dell’anno scorso avevano richieste pendenti per la realizzazione di parchi eolici e non hanno ricevuto un “no” esplicito potranno manifestare di nuovo il proprio interesse. Ma per il resto, tutto rimane bloccato. Il giorno dopo l’ordinanza del Tar che sospende il “blocca-eolico” dopo il ricorso di un’azienda esclusa, all’assessorato regionale all’Energia non è un giorno di alta tensione: “Le conferenze di servizio – taglia corto il direttore generale, Maurizio Pirillo – non riprenderanno. È chiaro, attiveremo il procedimento per la NovaWind come ha chiesto il Tar, ma ci fermeremo lì: per arrivare all’autorizzazione definitiva bisogna aspettare che la giunta vari il decreto sulle aree idonee all’eolico”.
C’è stato uno scambio di telefonate, in mattinata. Da un lato del telefono la presidenza della Regione, dall’altro l’assessorato all’Energia: “Non è un fulmine a ciel sereno – spiega Pirillo –. Già un mese fa era arrivata un’altra sospensiva per il ricorso dell’Eolica Falcone contro un diniego dell’autorizzazione”. Quindi, secondo Pirillo, si può procedere come previsto: “Al momento – chiarisce – la trafila è sospesa per occuparsi di Finanziaria e bilancio. Di certo, però, in cantiere c’è il decreto, che la giunta varerà collegialmente, sulle aree idonee e su quelle non idonee. Da parte nostra c’è la volontà di governare meglio questi processi”.
Insomma: non tutto è bloccato, ma non c’è nemmeno il “liberi tutti”. “Ovviamente – prosegue Pirillo – l’autorizzazione degli impianti si è stoppata, ma non può essere bloccata tout court. L’assessore sta lavorando anche a un ddl ad hoc da presentare all’Ars, anche per riprendere il dialogo con la maggioranza. Ma non è una questione immediata”. Dopo la Finanziaria. C’è tempo.
Intanto, di certo, un risultato c’è. Il ricorso intentato da NovaWind, difesa dagli avvocati Carlo Comandé e Serena Caradonna, ha fatto cadere anche il decreto con il quale in primavera l’assessorato all’Energia aveva sfoltito la lista di domande in coda: il decreto, in sostanza, imponeva alle aziende di manifestare esplicitamente la propria volontà di costruire il parco a diversi anni dalla domanda, pena l’esclusione dai calendari. Così è stato per molte aziende. “Adesso – assicura Pirillo – riapriremo i termini. Le aziende escluse l’anno scorso potranno tornare a manifestare il proprio interesse”.