PALRMO- “Una pena esemplare ci vuole. L’ergastolo. Non deve uscire più dal carcere. Mai più. Mai più”. Le parole del nonno di Lucia accompagnano il magistrato mentre si infila in ascensore. Ce l’ha con chi le ha portato via la nipotina. Con chi si è armato di un coltello per recidere il filo di una giovane vita. Carmela aveva solo 17 anni. “Vigliacco, vigliacco – incalza la nonna – la mia nipotina non c’è più”.
Due anziani che piangono per la morte di una ragazzina. E’ l’emblema di un corto circuito esistenziale. Il dolore al quarto piano dell’ospedale Cervello ha il volto di papà Serafino e Mamma Giusy. “Non è giusto, non è giusto”, continuano a ripetere.“Perché, perché”, si chiedono fissando la parete bianca di fronte ai loro occhi. E’ un dolore straziante, che li paralizza sulla panchina davanti all’ingresso del reparto di Chirurgia. Al di là della porta di vetro c’è Lucia. L’altra figlia. Testimone della tragedia. Lei se la caverà. Ha una vita davanti. Le servirà per crescere e piangere una sorella che non c’è più.
Carmela e Lucia avevano un rapporto speciale. Sempre insieme. A scuola, come nella vita. “Erano inseparabili – racconta la cugina Valentina-. Erano due ragazze splendide. Sempre promosse con dieci. Quest’anno erano di maturità. Erano appena tornate da un viaggio studi in Inghilterra. Erano gentili e disponibili con tutti. Non hanno mai fatto nulla di male, sono state solo sfortunate”. Il racconto è spezzato dal pianto. “Carmela aveva fatto la primina – prosegue – per raggiungere la sorella. Da allora sono sempre andate insieme a scuola”. Due ragazze senza grilli per la testa. Studiose e rispettose delle regole. “Carmela – aggiunge – non dava confidenza facilmente a tutti. Quando la conquistavi si apriva”.
Nessuno sapeva dell’esistenza del ragazzo che sarebbe presto diventato un assassino. Neppure i parenti: “Non aveva dato segni di preoccupazione. Non era una ragazza come molte diciottenni di oggi – spiega Valentina – che non si sa quando rientrano a casa. Era sempre rispettosa degli orari. Lei come la sorella. Frequentava una buona scuola nessuno si poteva aspettare una cosa del genere”.
L’ultimo ricordo ha la freschezza di una giornata di vacanza: “Villeggiamo accanto. Siamo stati al mare, tutti insieme. E’ assurdo. È assurdo”. Di nuovo lacrime. Le stesse che i nonni e i genitori di Carmela continuano a versare. Impietriti su una panchina. Fissano il muro bianco. Davanti alla porta in vetro del reparto di Chirurgia. Bisogna lottare per Lucia.