PALERMO – La società Ires è stata estromessa dall’ippodromo di Palermo. Il ministero delle Politiche Agricole ha dichiarato decaduta la convenzione con la società Ires che gestisce l’impianto. La decisione è frutto dell’inchiesta della Procura di Palermo che ha descritto i condizionamenti e le infiltrazioni mafiose alla Favorita. Il clan di Resuttana faceva il bello e il cattivo tempo all’interno dell’impianto di viale del Fante.
Giovanni Niosi, uno dei 25 arrestati nel blitz dei carabinieri, controllava le corse: “… lui porta i soldi… allora, tutti quando facevano le tris… allora, lui era quello che dava i soldi ai guidatori… – ha raccontato il collaboratore di giustizia Vito Galatolo – te qua sti milioni per dire… all’ora se c’era un mi… ‘te qua stu milione’ ora arriva due milioni a quello, un milione a quello, 500 a quello, lui era quello che giostrava la corsa… ma li dava per che cosa, per corrompere i fantini”.
Un altro pentito, Giovanni Vitale, ha aggiunto che prima delle gare si stabiliva chi dovesse vincere. Quindi “fermavano i cavalli” che potevano fare saltare le scommesse sulle corse. Ad un certo punto Niosi fu allontanato dal mandamento e dall’ippodromo. Gli sarebbe subentrato Sergio Napolitano, pure lui arrestato, che nelle intercettazioni faceva continui riferimenti al controllo delle corse.
Alcuni giorni fa la Prefettura di Palermo aveva bloccato la “Ires spa” con un’interdittiva. Non era servito a nulla il periodo di chiusura che la società si era auto imposta nel tentativo di allontanare l’ingerenza mafiosa. Ora arriva lo stop del ministero. Le corse saranno sospese. Il Comune di Palermo dovrà bandire una nuova gara per la gestione dell’ippodromo.
