PALERMO – “Le spaccature di vedute sono fisiologiche in una procura, specie se in 20-25 si occupano di mafia; a Palermo pagano il fatto di scontare incomprensioni e diversità di vedute che vengono da lontano, addirittura risalgono a prima delle stragi, dal maxiprocesso”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Vittorio Teresi, pm nel processo sulla trattativa Stato-mafia intervenuto a un incontro della festa del consumo critico di Addiopizzo, a Palermo.
“Ora vedo le origini delle divisioni interne alla procura – ha aggiunto Teresi – cui si aggiungono le caratteristiche tipiche dei grandi uffici che hanno individualità forti che non sono capaci di ritrovare un’unità di intenti. Palermo è ancora intrisa di borghesia mafiosa, perché ha sempre trovato una grande convenienza nel rapporto diretto e non conflittuale con la mafia, per cui paradossalmente, il problema è stato sempre l’antimafia, non la mafia, insieme al protagonismo della magistratura o all’interferenza dei ‘magistrati sceriffi’. Non voglio dire – ha concluso Teresi – che la magistratura non abbia colpe; ne ha, insieme a ritardi e responsabilità per avere attuato gli strumenti giusti di intervento con troppo ritardo. Però i risultati degli ultimi anni, sia in termini di sentenze di condanna che di confische, sono indice della capacità di dare risposte adeguate, con tutti i limiti”.
(ANSA)