Mi hanno dato del folle quando un anno fa ho deciso di lasciare il Giornale di Sicilia. Avevo ponderato tutto, rischi e vantaggi ed alla fine ho scelto. Sono andato via stringendo la mano a un editore galantuomo, qual è Antonio Ardizzone. Gli ho spiegato le mie ragioni, la mia voglia di rimettermi in discussione professionalmente, il mio desiderio di fare un giornalismo d’inchiesta e non di facciata. Vent’anni al Giornale di Sicilia, più altri passati da collaboratore, sono una vita. E’ stato un bel bagaglio di insegnamenti ed una palestra di vita. Sotto il profilo umano rimpiango dei grandi maestri, come Francesco La Licata e Peppino Sottile, ideologicamente diversi, ma due grandi cronisti. Poi colleghi come Gaetano Savatteri, Francesco Foresta e Gery Palazzotto. Tutti giornalisti che in tempi e modalità diverse hanno scelto altri editori e direttori con la “D” maiuscola. Ma è acqua passata. Perchè al Giornale di Sicilia chi non condivide la linea della direzione è fuori dalle grazie divine. Ed io ho preferito la soluzione meno traumatica: ringraziare chi mi ha dato la possibilità di crescere, in particolare il consigliere delegato Eugenio De Luca, tra i pochi a credere nel poteziamento delle province e tutto l’esercito dei collaboratori che costituiscono la forza di un giornale. Ed eccoci al presente ed al futuro. In questi ultimi dieci mesi, ho preferito disintossicarmi dalle overdosi di notizie e pensare senza troppa angoscia a cosa avrei fatto. Ho valutato una serie di proposte di lavoro ed alla fine ho scelto la direzione di Sicilia Oggi.net. L’ho fatto per due motivi: una scommessa con me stesso e per il progetto editoriale che guarda lontano.
Con Sicilia Oggi.net ho ritrovato l’entusiamo del passato, la voglia di poter offrire ai lettori siciliani un prodotto che deve essere superpartes così come dice lo slogan coniato una ventina d’anni fa dal senatore Franco Greco, lontano dagli intrighi, vicini alla gente. Perchè sotto la mia direzione il giornale non sarà mai la velina di palazzo, ma il pungolo dei nostri parlamentari, della classe politica, di chi amministra la cosa pubblica. Daremo spazio a chi in quest’isola sempre martoriata non ha voce. La Sicilia ha un patrimonio monumentale e bellezze paesaggistiche non indifferenti. Un mare che non ha nulla da invidiare alla Sardegna, una terra fiorente dove l’Agricoltura non è però sostenuta a sufficienza. Ma c’è pure la mafia del racket, del traffico della droga ed i colletti bianchi che soffocano ogni tentativo di sviluppo. Come infrastrutture siamo all’anno zero. Mancano ancora autostrade, porti e le ferrovie sono da terzo mondo. Il treno che da Siracusa deve raggiungere Palermo impiega fra le sette e le otto ore. Roba da far west. E poi c’è da far dimagrire quella macchina infernale che si chiama Sanità. In Sicilia ha generato mostri, ha lanciato personaggi professionalmente discutibili ai vertici delle aziende sanitarie, ha fatto primari con credenziali di “raccomandati”. Il nuovo governo regionale sta tentando un’azione di dimagrimento. Ma è la cultura che non funziona. Noi di Sicilia oggi.net, cercheremo con le nostre forze e con lealtà e rispetto nei confronti dei lettori di essere vigili, di denunciare qualsiasi forma di illegalità.
La nostra società editrice, la Edimed Sicilia, ha deciso di fare un giornale non per tutelare gli interessi di qualcuno, del potente di turno, ma solo per un investimento imprenditoriale. Tanto di investimenti e tanto di ricavi. Le nostre risorse dipendono dal prodotto che offriremo ai nostri lettori e dalla fiducia che ci accorderanno gli inserzionisti. Una cosa possiamo dirla ad alta voce: questo giornale, che si avvia al suo secondo anno di vita, non ha mai preso un centesimo di finanziamenti pubblici. Ce l’ha fatta reggendosi sulle proprie gambe, grazie a quei commercianti che hanno visto in “Sicilia Oggi. net” un segnale di cambiamento nel giro dell’editoria siciliana.
Con tantissimi sacrifici la Edimed dopo essere stata ripagata per il lavoro svolto in Sicilia centrale, Caltanissetta, Agrigento ed Enna, ha deciso di rafforzarsi nella parte orientale dell’Isola, Catania, Siracusa e Ragusa, dove è sempre più crescente il desiderio di un’informazione pluralista. Cercheremo di fare del nostro meglio, soprattutto aprendo un filo diretto con i lettori che dovranno suggerirci gli argomenti da sviluppare ed affrontare. Ma è doveroso ringraziare chi prima di me ha diretto il settimanale tra mille difficoltà.
Questa direzione attraverso le pagine di Sicilia oggi.net, non intende ricalcare il clichè che vede quest’isola condannata alle proprie disgrazie. Qui c’è gente che lavora onestamente e che produce ricchezza senza aver fatto patti con il diavolo. Noi siamo pronti ad esaltare la “Sicilia del fare”, di promuovere quei talenti che hanno fatto parlare di sè nel mondo ad esportare un’immagine nuova, nell’era della globalizzazione. I piagnistei, preferiamo lasciarli ad altri.
Corrado Maiorca