CATANIA – Inquinamento grave o gravissimo. Batteri fecali, rifiuti, oli: la costa siciliana soffre e quella etnea non fa di centro eccezione. Tutt’altro. La fotografia scattata dalla Goletta verde – la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane (realizzata anche grazie al sostegno del CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e dei partner Novamont e Ricrea) – di Legambiente, rappresenta un mare in grandissima sofferenza e istituzioni immobili di fronte alla moria del mare e di quel famoso turismo tutto l’anno, vocazione mai realizzata.
Le zone un tempo fiori all’occhiello della costa etnea, luoghi di balneazione per eccellenza pieni di turisti e cartoline uniche per promuovere il territorio e una città, Catania, che il mare lo vede e lo offre poco, sono infatti gravemente inquinati: nello specifico, secondo il report presentato stamani a San Giovanni Li Cuti, a essere in condizioni pessime sono il lungomare Galatea, allo sbocco dello scarico fognario, la Foce del Torrente Macchia, in località Sant’Anna, a Giarre e alla Foce del fiume Alcantara. Resta di poco entro i limiti, e lo sbocco del canale Forcile in Contrada Pontano d’Arci, alla Plaia.
L’inquinamento della foce dell’Alcantare, rappresenterebbe un record negativo “con situazioni – si legge nel report – che nonostante esposti dell’associazione e controlli delle forze dell’ordine mostrano un inquinamento ormai cronico. La foce del fiume Alcantara, che da anni presenta livelli di inquinamento elevatissimi e dove la presenza di un depuratore sottodimensionato, non permette di trattare adeguatamente i carichi inquinanti che arrivano dai Comuni di Giardini Naxos, Taormina e Castelmola”.
Le località controllate sono le stesse dello scorso anno e, come nel 2017, le condizioni sono di fatto immutate, a dimostrazione che poco o nulla si fa per la tutela del mare, la salvaguardia delle coste e, soprattutto, dell’economia che ne deriva.
Una condizine diffusa in tutta l’Isola: su ventisei punti monitorati, infatti, ben ventidue presentano cariche batteriche elevate. Nel mirino ci sono sempre canali e foci che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. “Sono anni che denunciamo le criticità del sistema depurativo regionale – affermano i rappresentanti di Legambiente. A fronte di quella che sta diventando una vera e propria emergenza presenteremo degli esposti per far sì che i Comuni si facciano carico di un problema troppo spesso rimandato e trascurato”.
“In Sicilia il problema della depurazione rimane drammatico, anzi è peggiorato rispetto allo scorso anno, come dimostrano i risultati dei campionamenti fatti dai tecnici di Goletta Verde – aggiunge Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – Ecco perché, agli esposti già presentati l’anno scorso dopo il passaggio di Goletta Verde – relativi ai 5 punti che risultavano fortemente inquinati ormai da troppi anni, ovvero Aci Castello, Aci Trezza, allo sbocco dello scarico fognario inizio lungomare Galatea, a Calatabiano, San Marco, Foce fiume Alcantara”.