L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac) e l’Aeronautica Militare stanno valutando le condizioni, le modalita’ e i tempi per la graduale riapertura al traffico aereo civile dell’Aeroporto di Trapani che, per esigenze legate alle attivita’ di difesa aerea, e’ chiuso dal 21 marzo scorso. Lo rende noto l’Enac spiegando che ”l’accordo per la ripresa dei voli riguarderebbe inizialmente alcuni collegamenti in fasce orarie che dovranno essere stabilite”.
”Poiche’ la ripresa dei voli comporta aspetti di sicurezza e convivenza tra le due tipologie di traffico aereo, la societa’ di gestione, Airgest, sentita dall’Enac, ha chiesto di poter fare delle verifiche tecniche finalizzate all’utilizzo delle piazzole e alla gestione della movimentazione dei velivoli” si legge nella nota. Tali verifiche, precisa ancora l’autorita’ dell’aviazione civile, ”verranno effettuate lunedi’ mattina, con il coinvolgimento delle competenti strutture tecniche dell’Enac e della direzione aeroportuale”.
Ma intanto si pensa a una mobilitazione totale dell’intero comparto turistico, delle forze economiche e produttive del territorio trapanese, ma anche della società civile, per la riapertura totale al traffico dell’aeroporto di Birgi. A promuoverla è il presidente della Provincia, Mimmo Turano, che parla della riapertura parziale al traffico civile come una ”colossale presa in giro”.
”Si parla di riapertura parziale dello scalo da lunedì – dice Turano – ma in realta’ l’aeroporto non funzionera’: sarebbero garantite soltanto le tratte sociali per e da Pantelleria a Milano: un paio, forse quattro collegamenti al giorno. Non si puo’ parlare, quindi, di riapertura, ma solo di risolvere un problema di coscienza”. E’ quanto sarebbe emerso in un vertice che si e’ svolto ieri a Roma, al quale hanno partecipato Enac, Airgest, la societa’ di gestione di Birgi, Provincia Regionale di Trapani.
In base a una decisione dello Stato maggiore della difesa, rappresentata da Enac, lo scalo trapanese riaprirebbe in maniera molto limitata soltanto per garantire le tratte sociali. Pur apprezzando gli ”sforzi compiuti soprattutto da parte del ministro dei Trasporti, Altero Matteoli”, per porre fine a una situazione che sta ”mettendo in ginocchio il nostro territorio” e nel ”rispetto assoluto” dell’importanza delle tratte che garantiscono i collegamenti dei pendolari, secondo il presidente Turano questa proposta e’ ”inaccettabile”. ”Non e’ ripristinando le tratte sociali – conclude – che si risolve il gravissimo danno economico registrato a oggi, stimato in oltre un milione, e destinato a crescere in maniera esponenziale a un milione al giorno gia’ da aprile”.