LEONFORTE (ENNA) – Avrebbe lasciato che i suoi figli, due bambini di cinque e sette anni, rimanessero da soli nelle mani di un pedofilo seriale, un maniaco conosciuto in paese perché la sua prima condanna per violenza sessuale su minore risale addirittura agli anni ’90. Lo avrebbe fatto in un contesto di assoluto degrado, dove solo l’intervento del commissariato di Leonforte e la telefonata anonima al 113 di un passante – che aveva visto quei bambini salire in macchina con lui e si era legittimamente posto degli interrogativi davanti alla frase “Venite che adesso vi porto nel rifugio” – hanno evitato che quei ragazzini, molestati sessualmente secondo l’accusa almeno in un’occasione ciascuno, fossero costretti a subire ancora.
Per questo adesso quel genitore, a cui ovviamente i figli sono stati tolti dai servizi sociali, è sotto processo a Enna a piede libero. E il dibattimento questa mattina è entrato nel vivo, dinanzi al Tribunale collegiale, presieduto dal giudice Francesco Paolo Pitarresi, dopo che alla scorsa udienza aveva deposto un perito fonico sulle intercettazioni svolte dalla polizia. In aula ha deposto oggi un ispettore del Commissariato di Leonforte, che ha ricostruito le indagini, sfociate poi, qualche tempo dopo, nella cattura in flagrante del pedofilo, mentre stava abusando di un tredicenne. Per quei fatti – ma anche per le molestie ai danni dei due bambini – l’uomo ha preso in tutto 10 anni di reclusione. Ora il processo riguarda la condotta inqualificabile che viene contestata al genitore. A lui è contestato il reato di violenza sessuale aggravata per omissione, per non aver protetto i bambini, per non aver impedito ciò che invece è avvenuto, ovvero la violenza tramite palpeggiamenti, nonostante fosse consapevole dei precedenti specifici del molestatore. Intercettato, fa capire lui stesso che lo avevano informato. Sullo sfondo, elemento delle indagini che tuttavia è rimasto fuori dal processo, vi è il sospetto che quell’uomo avesse dato i figli in mano al pedofilo in cambio del prestito, mai restituito, di pochi euro.
Quando, dopo la telefonata anonima, quel giorno di agosto del 2016 la polizia giunse sul posto, trovò il genitore per strada senza i figli con sé. Poi arrivò l’auto guidata dal pedofilo con i due bambini a bordo. E il maggiore, sentito da personale qualificato nell’immediatezza all’ospedale di Leonforte, ha confermato di aver visto l’amico del padre toccare nelle parti intime il fratellino. Scattò una denuncia a piede libero alla Procura di Enna, che poi coordinò le indagini sfociate nell’arresto e nella condanna del molestatore di bambini. L’odierno imputato, il genitore, è difeso dall’avvocato Vito Felici. In aula è presente la parte civile, attraverso il curatore dei bambini, nonché legale di parte civile, l’avvocato Eleanna Parasiliti. Si tornerà in aula a novembre.