'L'Espresso': "La telefonata c'è" | Tutino querela il settimanale - Live Sicilia

‘L’Espresso’: “La telefonata c’è” | Tutino querela il settimanale

I legali del medico annunciano l'iniziativa giudiziaria "per amore della verità", mentre il presidente Crocetta sta ancora valutando cosa fare. Intanto Luigi Vicinanza, direttore dell'Espresso, scrive: "I nostri cronisti a Palermo hanno ascoltata la telefonata e ne hanno verificato l'autenticità con diverse fonti di tutti gli ambienti investigativi".

L'intercettazione
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PALERMO – I primi a muoversi sono i legali di Matteo Tutino. Gli avvocati Giovanna e Daniele Livreri annunciano querela contro L’Espresso. “Per amore della verità – dicono – non ci interessa il risarcimento danni. In questa storia serve solo fare chiarezza. Speriamo finalmente di capire se l’intercettazione esista davvero, visto che il nostro assistito ribadisce di non avere pronunciato quelle parole”. Il riferimento è alla conversazione dello scandalo, quella in cui il primario avrebbe detto a Crocetta che la Borsellino “Va fatta saltare. Come suo padre”.

Dal settimanale tirano dritto: “Sia chiaro: quella telefonata – orrenda, imbarazzante – esiste. Purtroppo. ‘L’Espresso’ non ha inventato nulla, non ha aggiunto nulla e non ha nascosto nulla. Ha avuto una notizia, l’ha verificata e l’ha pubblicata. Del tutto indifferente a eventuali strumentalizzazioni politiche”. Il direttore, Luigi Vicinanza, interviene sul sito internet del settimanale per ricostruire e spiegare la vicenda dell’intercettazione Tutino-Crocetta pubblicata sull’ultimo numero, ribadendo che quella conversazione c’è stata.

Sempre a proposito della telefonata, il direttore dell’Espresso scrive: “I nostri cronisti a Palermo l’hanno ascoltata e ne hanno verificato l’autenticità con diverse fonti di tutti gli ambienti investigativi. E dopo l’arresto di Tutino con l’accusa di aver truffato il servizio sanitario regionale, avvenuto il 29 giugno scorso, l’autenticità di quella conversazione è stata nuovamente verificata. Solo dopo tutte questi controlli è stata pubblicata sul nostro giornale”. “Già in passato – aggiunge a proposito della posizione della procura – per tutelare il segreto di inchieste relative a cariche istituzionali, la procura di Palermo ha smentito rivelazioni de ‘l’Espresso’ che poi si sono dimostrate vere. Come quando anticipammo la notizia dell’iscrizione dell’allora presidente del Senato Renato Schifani nel registro degli indagati: la procura negò. Trascorsero mesi, la notizia si rivelò fondata. Nella complessa e frastagliata realtà siciliana, capita a volte a un giornale – conclude Vicinanza – di dover raccontare verità scomode e diverse da quelle ufficiali”.

Chi si limita, per il momento, solo a preannunciare azione legali è il presidente della Regione: “Stiamo valutando tutte le azioni legali opportune e necessarie a tutelare l’onorabilità del presidente Crocetta e a risarcirlo del danno morale subito”, dice l’avvocato Vincenzo Lo Re, difensore del governatore siciliano.

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