Lettera a un palermitano | che sta andando a Roma - Live Sicilia

Lettera a un palermitano | che sta andando a Roma

Raccontateci il vostro viaggio verso la finale
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(rp) Ecco, stai andando. Non sei ancora arrivato forse, né sei partito del tutto. E non importa a che punto sia il cammino fisico verso la finalissima di Roma e quel trofeo che non nominiamo per scaramanzia. Il non essere ancora là, ma non essere più qui è una stagione del cuore. Caro tifoso rosanero, sei semplicemente in viaggio dentro un sogno intatto, da sfiorare con le dita. Leopardi direbbe che questa è la felicità perfetta. Non conosci il punteggio sul tabellone luminoso dell’Olimpico. Non sai se avrai dipinta in volto la gioia o la delusione. Perciò, godi fanciullo mia, stagion lieta è codesta. L’attesa è una promessa di innocenza che lascia tutti con la bocca netta. Puoi accontentarti amico palermitano che stai andando a Roma? No.

Intanto, Leopardi era gobbo, dunque sospettato di altre simpatie calcistiche. E poi non giocava a calcio. Altrimenti, avrebbe saputo che, col pallone, conta la domenica non il sabato del villaggio. La domenica, finalmente. Ci siamo quasi. E tu abbi pietà di noi, amico rosanero. Noi siamo rimasti qui, a fare spallucce, a guardare con un sorrisetto tenero un popolo in transumanza. Non ci siamo mossi, accampando mille scuse. Ma tu “stai andando” con ogni mezzo possibile. So di gente rispettabilissima imbarcata clandestinamente con finti giubbotti di salvataggio. So di altri che si sono curati, nel piano, dell’andata e non del ritorno. Una sera, il calciatore Valdano incontrò un tale ai Mondiali di Italia Novanta. Questo pazzo brasiliano aveva venduto la casa per non mancare. Il suo racconto: “Non so cosa farò al ritorno, conta esserci”. Esserci, in una domenica che rimarrà celebre. Tu, viaggiatore rosanero, conosci l’amore a fondo. Ti basta un paio di scarpe per affrontare le sfide che propone. Tu ci sarai.

Però non lasciarci soli qui. Scrivici qualcosa a redazione@livesicilia.it. Manda una foto, un video. Noi pubblicheremo con la nostalgia di chi a terra e osserva gli aquiloni degli altri. E le parole non andranno mai via. Mai più. Sulle parole avrà sempre ragione Leopardi, anche se di pallone non ne capiva un’acca.

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