CATANIA – E’ una ferita aperta. Un’indecorosa cartolina di benvenuto della città: a pochi passi dalla stazione, all’ombra del circuito museale e fieristico delle Ciminiere, porta d’accesso del Viale Africa. L’ex Palazzo delle Poste è teatro di scempio e degrado. Eppure qui nella mente di Enzo Bianco doveva nascere il polo logistico degli uffici giudiziari catanesi. Una Cittadella della Giustizia, che avrebbe insieme al Palazzo di Piazza Verga, ospitato in un unico luogo gli uffici dell’amministrazione della giustizia, disseminati in decina di edifici che costano migliaia di euro in affitti da pagare ai privati. E soprattutto con il problema degli archivi del tribunale ormai al limite.
Proprio per questo scopo (cioè ospitare la Cittadella della Giustizia) l’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco lo acquistò nel 1999. Il Comune avviò la pratica per acquisire l’immobile dalle Poste e l’edificio fu acquistato con rogito del notaio Attaguile. Poi gli uffici comunali fecero un pre-progetto per la ristrutturazione e sulla base di questo pre-progetto la delibera di giunta (Scapagnini) del 9 luglio 2001 stabilì che per ristrutturare l’edificio ci sarebbero voluti 7 miliardi delle vecchie lire, 3 milioni e 700 mila euro. Fu fatta la gara per la progettazione esecutiva. La ditta che se l’aggiudicò, nel 2001, disse che occorrevano 31 milioni e 250 mila euro per la ristrutturazione. Dieci volte di più rispetto a quanto stimato in precedenza, oggi il costo è lievitato a 42 milioni di euro.
14 anni e tre amministrazioni comunali, la ristrutturazione dell’ex Palazzo delle Poste è rimasta al palo per ovvi motivi di natura finanziaria. E intanto l’immobile è diventato, oltre a simbolo di incuria e degrado, ricettacolo di rifiuti, immondizia. Nel 2010 era conosciuto come l’hotel dei disperati: gli ex uffici delle poste erano stati trasformati in alloggi improvvisati per senzatetto e comunità rom. Occupata abusivamente per diverso tempo, si sono susseguiti anche azioni di sgombero predisposte dall’amministrazione comunale. La possibilità di ristrutturarlo nel 2011 era legata allo sblocco dei fondi Fas. L’amministrazione comunale aveva avviato anche diversi iter per poter accedere ai Pon Sicurezza e ai fondi europei, ma tutto è rimasto al palo.
Lo scorso maggio con la prima firma a Palermo per destinare i locali dell’Ascoli Tomaselli alla realizzazione della Cittadella della Giustizia, il “progetto” di vedere diventare l’ex Palazzo delle Poste sede giudiziara sembrava essere sfumato, ma il procuratore Giovanni Salvi assicura che “è inserito nel piano della nuova riorganizzazione logistica degli uffici giudiziari di Catania”.
Il ritorno di Bianco a Palazzo degli Elefanti, infatti, riporta alla luce l’idea dello stesso sindaco che portò all’acquisto nel 1999. Anche perché il sindaco, negli anni scorsi quando era senatore, aveva più volte denunciato con indignazione lo stato di abbandono dell’immobile da parte dell’amministrazione Stancanelli. “Il Comune decida se fare un mutuo per ristrutturare l’edificio – aveva dichiarato Bianco ai giornalisti nel 2010 durante un sopralluogo con i consiglieri comunali del Pd al Palazzo delle Poste – un’operazione che può essere effettuata quasi senza incidere sulle casse comunali, poiché, tolto il periodo della ristrutturazione, il costo del mutuo potrebbe essere ripagato dai canoni corrisposti dal ministero della Giustizia”.