ROMA – “Può un uomo combattere la mafia e i poteri inamovibili, e sopravvivere?”. Comincia con questa domanda un lungo articolo dedicato al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, in prima pagina sull’International Herald Tribune, l’edizione internazionale del New York Times, descrivendone la battaglia per il cambiamento, la lotta alla corruzione e le sfide alla mafia. L’autore del lungo profilo di Crocetta, Marco De Martino, spiega di aver trascorso otto giorni con il presidente della Regione siciliana e ne ripercorre la storia: dall’infanzia alla guida dell’amministrazione di Gela, dalle minacce di morte al Palazzo dei Normanni.
“O morti o in prigione – dice il governatore dei suoi predecessori -. Non so ancora come finirà la mia storia”. Poi, racconta il giornalista, c’è stata la vicenda del Muos (la stazione satellitare Usa a Niscemi) in cui Crocetta tenta la mediazione tra il Movimento Cinque Stelle e l’ambasciata americana. Una vicenda, scrive l’Herald, che “lo ha lasciato più isolato che mai”. A questo punto, continua De Martino, “ogni illusione che il ‘modello Sicilia’ potesse durare sembra finita per sempre”, nonostante il governatore si mostri ancora “ottimista”. “Non possiamo fare miracoli. Anche il presidente Obama deve aspettare per vedere gli effetti delle sue grandi rivoluzioni, come la riforma sanitaria”, ammette Crocetta con il giornalista. “Non so se il mio governo sarà quello che raccoglierà i frutti del cambiamento, ma sono sicuro di aver rotto un meccanismo. E’ la mia presenza, più che ciò che realizzo, a portare cambiamento”.