PALERMO – Lia Sava, Procuratore generale di Palermo, dice che la magistratura non merita sfiducia. “Lavoriamo per il cittadino”, sottolinea, descrivendo l’impegno quotidiano dei magistrati che operano senza interruzioni.
La sua principale preoccupazione riguarda la crescente carenza di organici, che mette a dura prova molte sedi, inclusa quella palermitana, ma anche altri distretti in Italia.
La situazione critica del distretto palermitano
Lia Sava parla del distretto palermitano, evidenziando la difficoltà di operare con organici ridotti, in un’intervista realizzata con Adnkronos: “La situazione non è affatto diversa in altre realtà del nostro paese”, dice, sottolineando che i magistrati sono comunque impegnati con scrupolo e dedizione.
La proposta di separazione delle carriere tuttavia, dice, rischia di aggravare ulteriormente la situazione degli uffici requirenti, già in sofferenza a causa della carenza di personale.
Le difficoltà di garantire la continuità del servizio
Il Procuratore generale non nasconde le difficoltà nell’assicurare la continuità del servizio, poiché le risorse umane sono sempre più esigue. Per far fronte a questa carenza, vengono attuate soluzioni temporanee come le applicazioni endo-distrettuali e extradistrettuali, che tuttavia non riescono a garantire una stabilità completa.
“Cosa dobbiamo fare di più, ammazzandoci di lavoro, dalla mattina alla sera?” si chiede, lamentando anche la crescente difficoltà di gestire gli uffici di secondo grado, che risentono della carenza di sostituti procuratori generali.
Le carenze nei settori amministrativi
Sava solleva anche un altro tema cruciale: la carenza di dirigenti amministrativi in molte Procure. “La Procura di Palermo è priva di tale figura dal 2021”, evidenzia, mentre altre Procure, come quelle di Agrigento, Trapani e Marsala, non hanno un dirigente amministrativo da oltre cinque anni.
Inoltre, dice, la mancanza di cancellieri sta gravando ulteriormente sul lavoro, poiché queste figure sono fondamentali per il supporto quotidiano ai magistrati, senza le quali le attività procedurali subiscono rallentamenti.
Il futuro degli uffici requirenti
Guardando al futuro, Sava si preoccupa della crescente difficoltà di attrarre nuovi magistrati negli uffici requirenti. “Temo la progressiva mancanza di attrattiva per gli Uffici requirenti”, afferma, mettendo in guardia dalla polemica sulla separazione delle carriere che, secondo lei, potrebbe danneggiare ulteriormente l’efficienza degli uffici di Procura.
La sua preoccupazione principale è che le Procure possano diventare sempre più composte da giovani magistrati di prima nomina, che pur validissimi, potrebbero non avere l’esperienza necessaria per gestire le situazioni complesse che caratterizzano il lavoro di indagine.
La valorizzazione dell’impegno della magistratura
Sava conclude con un appello alla collettività: “Gli sforzi evidenti che facciamo, che continueremo a fare, e che saranno crescenti nei prossimi mesi, dovrebbero e ben potrebbero restituire alla collettività un’immagine veritiera ed autentica della magistratura italiana”.
La speranza del Procuratore generale è che, nonostante le difficoltà, il lavoro dei magistrati venga finalmente riconosciuto e valorizzato.