L'impostura della famiglia scortata| Regista antimafia condannato - Live Sicilia

L’impostura della famiglia scortata| Regista antimafia condannato

La Corte di Cassazione

Diventa definitiva la pena inflitta a Mario Musotto. Fu sequestro di persona.

PALERMO – Il regista antimafia Mario Musotto ha scritto la trama degna di un film. Fece credere al socio e alla moglie che erano finiti nel mirino dei boss. E così blindò la loro vita con tanto di programma di protezione.

La Cassazione stabilisce che si è trattato di sequestro di persona. Diventa definitiva la condanna a tre anni inflitta a Musotto dalla Corte d’appello di Palermo. Condannati pure Alfredo Silvano (due anni), e la moglie Daniela Todaro (un anno e mezzo).

Il regista è autore di documentari sui temi della lotta a Cosa Nostra. L’ultimo “Trent’anni di mafia ad Agrigento” lo aveva dedicato al pubblico ministero di Palermo, Antonino Di Matteo.

Le ragioni del thriller da lui studiato nei dettagli è rimasta oscura. Di certo Musotto per due anni, dal 2004 al 2006, fece credere a Vincenzo Balli, suo socio nella Word Ticket (società per la vendita on line di biglietti per vari spettacoli), e alla moglie, Patrizia Trovato, che la mafia li voleva morti. Morti per essersi legati a Musotto che, prima di diventare imprenditore, così raccontava, era stato un carabiniere. Non un militare qualunque, ma uno di quelli che danno la caccia ai latitanti.

Per rendere credibile la messinscena sedicenti carabinieri dettavano via e mail le tappe degli spostamenti a cui i Balli erano obbligati per raggiungere località “top secret”. Furono due anni di inferno: intimidazioni, croci disegnate davanti casa, loschi figuri e macchine sospette, rumori che svegliavano i Balli nel cuore della notte. Una messinscena fin troppo credibile. Fino a quando Vincenzo Balli decise di cercare il finto carabiniere che firmava le e mail. Si è imbattuto in un militare, vero, che smascherò il raggiro. Alla fine il regista ha ammesso di avere organizzato la messinscena, ma ha detto che era d’accordo con Balli per sfuggire ai creditori in seguito a una serie di difficoltà finanziarie della società.

Una versione che non è stata ritenuta credibile. La Cassazione ha giudicato inammissibile il ricorso degli imputati, così come aveva chiesto il legale dei Balli, l’avvocato Mario Bellavista. Le condanne sono divenute definitive. Risarcita la World Ticket, attraverso la curatela fallimentare, rappresentata dall’avvocato Matteo La Barbera.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI