Palermo, il boss Seidita in pole position: guidava la mafia alla Noce

Il boss “in pole position”: i summit in negozio e l’ascesa di Seidita

fausto Seidita in una foto di repertorio
I summit nel negozio registrati dai poliziotti

PALERMO – “Da quando hanno arrestato suo fratello era in pole position”, diceva Paolo Bono. Fausto Seidita, dopo avere scontato una condanna, avrebbe preso il posto fratello Giancarlo al vertice del mandamento della Noce. Oggi è uno dei fermati su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Mafia, il boss prese il potere alla Noce

Era rimasto defilato per un po’. Dal 2019 al 2022, anno del ritorno in carcere di Giancarlo Seidita, Fausto si era limitato a fargli da autista e ad accompagnarlo agli appuntamenti.

A marzo 2023 lo scenario è cambiato. I poliziotti della squadra mobile, guidati dal dirigente Antonio Sfameni, hanno registrato un primo importante incontro fra Fausto Seidita, Antonio Di Martino, allora reggente della famiglia di Altarello poi deceduto, e il suo braccio destro Fabio Billeci.

Quest’ultimo era stato convocato per imporgli il nome dell’impresa edile di “San Giuseppe” che doveva costruire una serie di immobili in un lotto di terreno del padre di Billeci, in via Parrini, nel rione a Cruillas. Billeci avrebbe dovuto pure consegnare una somma di denaro a Di Martino e a Seidita.

Summit di mafia alla Noce

Pochi mesi dopo un altro importante summit. Erano presenti Fausto Sedita. Giuseppe Romagnolo, reggente della famiglia della Noce e insospettabile commerciante di scarpe arrestato lo scorso aprile, Antonio Di Martino e Salvatore Peritore, considerato uno degli uomini più fidati di Seidita.

“Devo andare noo luango (dal lungo) diceva Di Martino il giorno prima. All’indomani si diedero appuntamento in via Mario Muta. Arrivarono in macchina e in scooter. Prima di entrare in un magazzino posarono i cellulari.

Microspie accese: le intercettazioni

Era chiaro che Seidita avesse assunto un ruolo di spessore nella mafia del mandamento della Noce. E così finì sotto intercettazione anche il negozio di computer che Seidita gestiva in via Serradifalco. Si riunivano, ma erano particolarmente accorti. Solo che finiti gli incontri qualcuno parlava e i poliziotti registravano.

Cosimo Semprecondio raccontava ad un amico cosa aveva detto poco prima a Fausto Seidita: “… io dal primo giorno che sono entrato che neanche ci volevao entrare perché mi immaginavo che si faceva solo bile… tu che vuoi che io entro? Va bene però devi fare quello che ti dico io. Io non ci voglio entrare nelle tue cose perché tu hai preso il posto di tuo fratello e sei più avvantaggiato di me è normale… a lui lo ha insegnato io al lungo… un cacauova era prima”:

Il 9 dicembre ancora Semprecondio raccontava: “… gli ho detto ma come siamo combinati a Natale. lo devo sapere. No? Non è che me ne devo andare di nuovo senza soldi?… ‘no abbiamo difficoltà…’ senti qua… io ho detto allora invogliasse i malandrini che sguazzano… gli ho detto meglio che ci leviamo mano e andiamo a lavorare… daglieli sti soldi”.

Il comando passò a Fausto Seidita

Lo sapevano tutti che ormai Fausto Seidita aveva preso il bastone del comando. Il 15 aprile 2024 le microspie erano accese nell’ufficio di Giovanni Quartararo in via Quarto dei Mille. Discuteva con Paolo Bono del fatto che il pregiudicato Paolo Cintura, padre di Salvatore detto il Buddha, gli aveva chiesto informazioni su un cantiere avviato nella zona di influenza della famiglia mafiosa di Cruillas: “…qua io lo dico a Martino e Martino parla al con il pungo e gli manda a quello, a Cosimo a lui gli manda”.

A febbraio 2024 Quartararo, Bottino e Bono discutevano della scelta del ruolo da affidare nella nuova mafia della Noce a Vincenzo Tumminia. Quest’ultimo aveva dovuto accettare che la reggenza della famiglia mafiosa di Altarello rimanesse ad Antonino Di Martino. la consideravano “una tagliata di faccia”: “Antonio messo là sopra, resta sempre là sopra, sotto il lungo”.

La morte di Di Martino avrebbe fatto avere a Tumminia, fratello del boss Pietro, il ruolo di capo che all’inizio non gli era stato riconosciuto. Oggi il blitz che azzera il nuovo organigramma della mafia alla Noce.


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