Nessuno vorrebbe essere al suo posto in questo momento: la poltrona di Massimo Primavera, commissario liquidatore della Gesip, da oggi scotta ancora di più. La mancata approvazione di una proroga per il mese di giugno mette l’azienda in serie difficoltà, dal momento che da domani verranno sospesi tutti i servizi. Primavera non si capacita della decisione del Consiglio comunale e lancia un appello ai lavoratori perché mantengano la calma e protestino civilmente, nell’ambito della legalità.
Cosa accadrà adesso?
«Sto tornando a Palermo perché devo esaminare il contenuto del contratto e capire cosa prevede, se cioè dobbiamo sospendere i servizi da domani oppure no. Certo, la situazione è molto grave. Chi ha impedito l’approvazione della delibera se ne assumerà le responsabilità. Sta di fatto che alcuni servizi essenziali non saranno resi».
C’è un rischio licenziamenti?
«Il rischio licenziamenti c’è nella misura in cui manca la copertura finanziaria. La proroga non era una soluzione stabile al problema, per quello c’è un piano nazionale che va avanti, ma qui non riusciamo a prorogare nemmeno per un mese. Gesip non è alla canna del gas rispetto al piano nazionale, che sarà ultimato giovedì, ma la proroga serviva a fare da ponte».
Quali saranno le conseguenze sulla città?
«Devo capire se sono previste delle clausole di salvaguardia, ovvero se dobbiamo fornire i servizi anche in assenza di contratto. Se non ci sono non poteremo operare, il cimitero dei Rotoli potrà chiudere così come il canile, per non parlare delle pulizie nelle scuole e negli uffici che non saranno effettuate».
Si aspettava questa decisione del Consiglio comunale?
«No, non me lo aspettavo. Mi aspettavo approvassero una proroga che avrebbe fatto il bene della città, non solo della Gesip. Questo crea disagio ai cittadini. Mi chiedo quale la contromisura verrà presa, 2.000 famiglie vanno messe in sicurezza. Oggi assistiamo a una battuta d‘arresto per la mancata continuazione del contratto. Invito tutti a fare un esame di coscienza».
Ha già sentito il sindaco Cammarata?
«Lo vedrò in serata, ho ricevuto alcune telefonate fino a notte fonda da parte di alcuni consiglieri ma c’è stato un ostruzionismo sulla delibera che era garanzia del prestito. Non arrivo a capire, veramente».
Sta pensando alle dimissioni?
«Le ho presentate tre volte e mi hanno pregato di restare al mio posto, se qualcuno lo vuole sono subito disponibile, anche se creerebbero ancora più caos. Sto facendo anche io un esame di coscienza, il mio mandato è a disposizione della città, di certo il mio non è un incarico di piacere».
Che messaggio vuole lanciare ai lavoratori?
«Domani comunicherò loro le decisioni dell’azienda, che saranno obbligate. Se protesteranno, pagheremo tutti un prezzo salatissimo e non so chi l’abbia voluto. Dico ‘calma’ ai lavoratori e li invito a restare nella legalità ma mi rendo conto che è complicato».