Il sogno di Orlando e di noi tutti si è trasformato in incubo. E siamo d’accordo: l’orrore di rifiuti che sommerge Palermo non è ascrivibile (solo) a lui. Ci sono altre responsabilità, stratificate nel tempo. Tuttavia, Leoluca Orlando è l’uomo che ha promesso il cambiamento, la salvezza di questa città. Ci vuole sapienza dell’attesa, certo. Intanto però la figura del sindaco è il presente contro cui tanti si scagliano, non avendo altri bersagli per sfogare una giustificata disperazione. Soprattutto perché il Professore è bravissimo a spingere gli sguardi dei suoi concittadini verso l’alto, magari per non guardare troppo in basso. E’ stato bravo a raccontarci la favola di un tessuto urbano in movimento con la cultura, col canone della speranza più astratta che concreta. Nella capacità di suscitare speranza, Leoluca Orlando non ha mai avuto rivali.
Le cose cambiano. Il tempo non presenta mai due volte lo stesso conto. L’artefice dei sogni si trova a gestire una bolla incandescente, vicina allo scoppio. E crediamo che sia un po’ smarrito, ora che alla fretta della visione si deve per forza contrapporre la pazienza di una traversata lenta e difficile. Ma, appunto, la pazienza è l’unica dote inestimabile che ci resta. Dobbiamo sapere che c’è e ci sarà da lottare e che molti non vedranno la fine della battaglia. E’ questa l’unica strada di una lontanissima resurrezione.