L'investitura in un summit a casa| E il boss disse: "Sistemo tutto" - Live Sicilia

L’investitura in un summit a casa| E il boss disse: “Sistemo tutto”

Giuseppe Biondino

Il rione Noce, a Palermo, fu scelto per sancire il ritorno al potere di Giuseppe Biondino.

PALERMO – Una casa come tante, in un giorno come tanti. Nell’ottobre di due anni fa i mafiosi si diedero appuntamento nel rione Noce, a Palermo. All’ordine del giorno c’era il ritorno al potere di Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore, capo storico del mandamento di San Lorenzo e uomo di fiducia di Totò Riina. Il mensile “S” disponibile in tutte le edicole dedica uno speciale pubblicando tutte le intercettazioni e le fotografie.

Una recente inchiesta della Procura di Palermo svela i retroscena della nomina di Biondino alla guida di uno dei più potenti mandamenti della città. Un contribuito decisivo è arrivato dalle dichiarazioni di Sergio Macaluso che si è pentito una manciata di giorni dopo essere finito in carcere.

Fu proprio Macaluso a trovare l’appartamento in via Lancia di Brolo dove arrivarono alla spicciolata i boss di Resuttana, San Lorenzo e Porta Nuova: “Alla riunione parteciparono Paolo Calcagno… io, Pietro Salsiera e Giuseppe Biondino”. Poi, aggiunge i nomi di alcuni uomini ancora a piede libero su cui si concentrano le indagini dei carabinieri. Persone dal cognome pesante, alcune delle quali già coinvolte in inchieste per mafia e scagionate dopo lunghi processi.
Il mensile S in edicola dedica un altro articolo all’incontro in cui si discusse di affari e nuovi equilibri.

Fu deciso di “sistemare San Lorenzo affidandolo a Giuseppe Biondino con l’appoggio di noi di Resuttana. Per questo avrebbero parlato con Francesco Paolo Liga che avrebbe dovuto partecipare alla riunione ma che non si era presentato”. Biondino ascoltò le richieste di tutti i presenti. Alla fine “prese la parola dicendo che avrebbe sistemato tutto il possibile”. 

Biondino prendeva il posto di Giovanni Niosi. E arrivò il giorno che quest’ultimo “consegnò tutto a Giuseppe Biondino”. Il passaggio del testimone avvenne – spiega Macaluso – “in una campagna nei pressi dell’abitazione di Francesco Paolo Liga. Sergio Napolitano si arrabbiò moltissimo perché non era stato invitato. Si rivolse dunque a suo zio che organizzò un incontro e presentò a Napolitano il Biondino. Napolitano disse dunque a Biondino di fare riferimento a lui e al suo bar per ogni necessità”. Tutti i particolari sul mensile “S” in edicola.


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