CATANIA – Il gioco degli incastri non finisce mai. E ogni volta che si aggiunge un tassello qualcosa va spostato. L’argomento, ça va sans dire, sono ancora le elezioni. Stavolta quelle nazionali. Il Partito democratico chiuderà in queste ore la partita per il candidato all’uninominale per la Camera dei deputati nel collegio di Catania città. Il nome scelto dai dem dovrebbe essere quello di Emiliano Abramo.
Presidente della Comunità di Sant’Egidio a Catania; ex candidato indipendente a sindaco nel capoluogo etneo; nominato dal vicepresidente della Regione (e candidato alla presidenza) Gaetano Armao quale componente di un tavolo tecnico sull’utilizzo dei beni confiscati; componente del Consiglio di amministrazione dell’università di Catania; responsabile regionale di Demos (Democrazia solidale), il movimento che ha proposto (con successo clamoroso) la candidatura del medico di Lampedusa Pietro Bartolo alle elezioni Europee 2019: il profilo di Emiliano Abramo è tra i più articolati sulla piazza.
Forse per questo il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo ha avviato con lui un’interlocuzione, sperando di ottenere una risposta favorevole. La conferma ufficiale non c’è ancora. Abramo sembra si sia preso qualche altra ora per rifletterci sopra, nonostante la tentazione sia forte: dalla candidatura a sindaco in poi, si è defilato dal panorama politico locale. Una decisione che, evidentemente, adesso comincia a pesare. La tentazione di tornare ad avere una voce all’ombra dell’Etna sembra sia forte: da questo deriverebbe un eventuale sì, probabile, in una posizione scomoda poiché difficilmente vincente. Per la vittoria del collegio uninominale su Catania città ci sono candidati di altri schieramenti piazzati molto meglio dei democratici.
Nel caso in cui la risposta di Abramo dovesse essere negativa, il Pd avrebbe comunque un asso nella manica: spostare Valentina Scialfa, contestatissima candidata decisa da Roma, dal collegio di Acireale a quello di Catania. E candidare all’uninominale del collegio acese un nome di +Europa, accontentando un pezzo di alleati. Il piano B, però, è quello che alcuni tra i dem etnei (quelli più vicini al segretario regionale) vorrebbero evitare: non fosse altro che per ridurre il rischio di riaccendere le polemiche sulla scelta di Scialfa in vista della direzione regionale di domani.