PALERMO – Il rendiconto slitta ancora una volta e la maggioranza a Sala delle Lapidi si scopre più fragile che mai, mentre il termine ultimo del 6 novembre si avvicina pericolosamente e con esso il rischio di scioglimento del consiglio comunale. Si fa sempre più in salita il percorso del consuntivo 2017 del comune di Palermo, un atto che solitamente viene approvato con grande facilità ma che stavolta si è trasformato in un vero e proprio Calvario per gli orlandiani.
Mercoledì scorso sembrava che fosse arrivato il momento giusto per esitare la manovra: terminata l’audizione del numero uno di Rap, Giuseppe Norata, a cui i consiglieri hanno posto anche domande che con i conti c’entravano ben poco, l’Aula è tornata a discutere del consuntivo. Le opposizioni però hanno chiesto una pausa di alcune ore e gli inquilini di piazza Pretoria si sono ritrovati sugli scranni alle 21, dando il via a una maratona che si è protratta fino alle quattro della mattina del primo novembre. Una notte di Halloween assai amara per la maggioranza, che ha dovuto subire gli “scherzetti” delle opposizioni con in testa il grillino Ugo Forello e Fabrizio Ferrandelli: ore di invettive, accuse incrociate e scontri in un clima a nervi tesi, tanto da rendere necessario l’intervento dei sanitari per soccorrere un consigliere colto da un lieve malore.
Uno sforzo quasi inutile per gli orlandiani, visto che non si è arrivati al voto ma solo alla chiusura della discussione generale in assenza di emendamenti e ordini del giorno; la seduta è stata aggiornata a sabato mattina e non è detto che la pratica si chiuda in tempi brevi. Le minoranze chiedono che l’Amat torni in Aula per confermare la volontà di stralciare i disallineamenti dal proprio bilancio: un impegno già annunciato dall’amministratore Michele Cimino, ma ancora non concretizzatosi.
“Di fronte a una maggioranza svogliata e poco attenta, il M5s sta portando avanti un’accurata disamina sul rendiconto 2017 con particolare attenzione al fenomeno dei disallineamenti, a causa dei quali il Collegio dei revisori ha espresso un parere negativo sull’atto – dice Forello – In attesa di un definitivo responso da parte dell’Amat, abbiamo ritenuto opportuno rinviare la votazione del provvedimento a sabato o domenica, quando il quadro delle società partecipate sarà completato”. “Con il consolidato abbiamo messo a nudo le bugie e fatto emergere i disallineamenti – afferma Ferrandelli – Se avessimo seguito la maggioranza votando subito, non sarebbero emerse le criticità e le delibere delle aziende. Abbiamo dimostrato la forza politica delle opposizioni che riescono a dettare tempi e a governare l’Aula”. “Non bastano 19 sedute per approvare il consuntivo per colpa di una maggioranza ostinata ad andare avanti senza tenere conto delle richieste delle minoranze – spiega Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia – Alla fine è prevalso il buonsenso e sabato si porrà fine a una interminabile telenovela che la città non merita. Il consuntivo non è altro che una fotografia che certifica una spesa già fatta, ma propedeutica al bilancio di previsione non del 2018 ma del 2019 che sarà il più austero. Non vi è alcun dubbio che questa amministrazione confusa e priva di iniziative dovrebbe prendere atto del fallimento del proprio operato”.
Quel che è certo è che il consuntivo dovrà essere approvato entro martedì 6 novembre, altrimenti a farlo sarà il commissario inviato dalla Regione ma a quel punto, per legge, il consiglio verrebbe sciolto: tutti a casa e nuove elezioni. Uno scenario assai improbabile, per carità, ma a colpire sono le condizioni in cui si ritrova la maggioranza ad appena un anno e mezzo dal voto. Con un sindaco che ha deciso di non partecipare ai lavori d’Aula del consuntivo, gli orlandiani si sono ritrovati in balia delle opposizioni che hanno inchiodato i partiti che sostengono il Professore per tutto il mese di ottobre. Perfino gli accordi trasversali sono saltati, visto che il voto finale era stato programmato per la settimana scorsa ma è inesorabilmente slittato.
“L’ostruzionismo esasperato delle opposizioni ha avuto, come unico risultato, quello di far slittare ancora una volta un atto che la città aspetta ormai da settimane – dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd – Il consiglio comunale ha ascoltato a ripetizione le aziende, i revisori dei conti, gli uffici e l’amministrazione attiva, a riprova di un lavoro certosino e consapevole, ma questo non è bastato a chi non pensa al bene dei palermitani ma solo al proprio tornaconto politico”. “Finalmente chiusa la discussione generale, adesso siamo pronti a votare l’atto deliberativo – spiega il capogruppo di Sinistra Comune Giusto Catania – La maggioranza ha mostrato compattezza e la minoranza si è spaccata tra chi voleva continuare con uno ostruzionismo sterile e dannoso e tra chi ha messo al primo posto gli interessi collettivi. Sono stati chiarite ampiamente tutte le questioni: l’atto è legittimo e la sua approvazione servirà a attuare le misure correttive sui disallineamenti”.
Ma al netto delle dichiarazioni e degli scontri d’Aula, resta il problema della capacità della maggioranza di portare a casa risultati importanti in tempi brevi: cosa che nella scorsa consiliatura avveniva spesso, grazie anche a un clima tutto sommato positivo e al dialogo con le minoranze, mentre in quella attuale la musica sembra radicalmente cambiata. Perché se è vero che dalla giunta arrivano poche delibere, è altrettanto vero che sugli atti di peso come i bilanci gli orlandiani non riescono né a sembrare compatti, né a essere sempre tutti presenti: una condizione che lascia alle opposizioni, divise tra chi è più dialogante e chi è più intransigente, il pallino dei lavori; la seduta, terminata all’alba di giovedì, non è stata aggiornata al venerdì, slittando addirittura al sabato.
La vera sfida per gli uomini di Orlando, adesso, sarà portare a casa il rendiconto nel più breve tempo possibile e affrontare la sfida del previsionale con un piglio diverso e una strategia definita da una regia unitaria: il rischio è che Sala delle Lapidi, da qui a dicembre, si trasformi in un Vietnam con conseguenze imprevedibili.
“Più che fragile, la maggioranza è scoperta responsabile e rispettosa delle forze di opposizioni presenti in aula, anche di chi dice di avere a cuore Palermo e come unico obiettivo ha quello di cercare di rallentare l’approvazione di atti importanti per la città. La maggioranza è stata compatta e presente in aula dalle 10 di giorno 31 alle 4 di giorno 01 novembre e se avessimo voluto, avremmo potuto fare la forzatura e continuare fino al voto, ma abbiamo rispetto dei consiglieri di opposizione e soprattutto dei cittadini che loro rappresentano e quindi ci sembra corretto arrivare alla votazione con un percorso condiviso, ma è chiaro che si sta tirando troppo la corda, e voglio ricordare che questo ritardo ha un costo per i cittadini”. Lo dice Ottavio Zacco di Sicilia Futura.
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