PALERMO- “È noto a molti – dice a LiveSicilia il il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno – che, proprio in accordo con il presidente Renato Schifani, si stia lavorando a una proposta di abolizione, o quantomeno limitazione, del voto segreto in grado di garantire un pieno percorso di trasparenza nelle decisioni che deve prendere il Parlamento siciliano”.
Una notizia che chiosa ore di polemiche, dopo lo scontro – che dai sorrisi distesi, nel suo prologo, non appariva tale – tra il presidente Schifani e il leader di Azione, Carlo Calenda. Tutto originato proprio da uno scambio di battute più a vasto raggio, ma focalizzato sui franchi tiratori e sulle conseguenze delle loro operazioni.
Il tema è centrale e non è nuovo. Lo ha ricordato anche l’europarlamentare di FdI, Ruggero Razza che ha aggiunto: “Quello che Calenda non ha detto è che oggi c’è un percorso, concordato tra il presidente della Regione Schifani e il presidente dell’Assemblea Regionale Gaetano Galvagno, per superare questa vergogna”.
“Speriamo solo – ha aggiunto Razza – che al momento della sua possibile abolizione… nessuno chieda il voto segreto. E, nel caso, che nessuno nel segreto del voto, scelga di votare ‘rosso’ dai banchi del governo. Un fatto è certo: per FdI la trasparenza nel voto è una battaglia che va avanti da anni”.
Dunque, un piccolo ‘terremoto’ sul voto segreto è il sunto politico della Calenda siciliana. Poi ci sono da annotare decine di reazioni a vario titolo, con differenti gradazioni di polemiche.
Su tutto, per veemenza, si è distinta la dialettica Calenda vs Cuffaro. L’ennesima nuova puntata di una storia vecchia. Altra annotazione: la concordanza inedita fra Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, che non sono mai d’accordo su niente. Entrambi hanno elogiato Schifani per la sua ‘linea della fermezza’.

