Lo sguardo di chi va via | La Sicilia, mia madre - Live Sicilia

Lo sguardo di chi va via | La Sicilia, mia madre

Si torna, si riparte e poi...

Le braccia di una madre non cambiano, proiettano, oltre lo spazio del cerchio magico in cui ti stringono, fulmini e bagliori contro tutte le aggressioni della vita, lampi di fuoco contro le maree e gli tsunami dell’esistenza. Le braccia di una madre sono scudi. Ti riportano in un luogo sospeso, fortezza di sentimenti, clessidra che non scorre, sabbia che non si disperde, mare che non si prosciuga. Mai.

Anche quando siamo adulti strutturati, avventurieri coraggiosi, lanciati come le frecce di Gibran nel mondo. Anche quando da quell’abbraccio abbiamo voluto-dovuto liberarci per trovare la strada che non somigliasse a quella di nessun altro all’infuori di noi. Anche quando i giorni e le stagioni seminano distanze fisiche e ideali che ci aiutano a metabolizzare le esperienze, a creare nuove ispirazioni, a non farci troppo soffrire il dolore di commiati inevitabili, di nostalgie tanto insopportabili quanto necessarie.

Ma anche nelle più ardite peregrinazioni delle gambe e del cuore, resta aperto un imperativo impellente. Quello di conservare quello “stretto necessario” che canta la Cantantessa, mia conterranea sicula, il nucleo fondamentale di quell’abbraccio materno che ci ha dato forma e che resta in perenne attesa di riaccoglierci, immutato e profondo.

Proprio come l’abbraccio di una madre, mi avvolge e mi nasconde l’abbraccio della mia casa, della mia isola, del golfo mio, che da Monte Pellegrino a Capo Zafferano allarga le sue braccia per richiuderle nel porto di Palermo e riassorbire il mio spirito nel suo nucleo, protetto dalle onde del mare e dai venti d’ogni versante.

Una madre resta Tua Madre con i suoi limiti, con i suoi dubbi ed i suoi sbagli. Resta grande e generosa, con il suo amore ed i suoi fallimenti, con la sua stanchezza e la sua energia. Come la mia Sicilia, paradigma di ogni cosa possibile su questa Terra. Patrimonio dell’Umanità e Patrimonio Personale, in cui la Storia dei secoli si è fatta quotidianità per diventare parte della tua storia. Materia della tua essenza.

Sono sulla strada di ritorno verso Tours, la città francese dove vivo con mio marito ed i miei figli, al termine di un’estate a casa. Qui, sulla soglia della mia Isola, l’abbraccio di mia madre e la croce sulla fronte che mi ha segnato mio padre, rinnovano il dolore silenzioso del distacco e la forza decisa di una nuova, futura conquista.

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