"Lo Stato è più forte della mafia" - Live Sicilia

“Lo Stato è più forte della mafia”

Vittorio Sgarbi
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3 min di lettura

Diciotto anni sono passati da quel 23 maggio 1992. Ma cosa è realmente cambiato da allora? E qual è la percezione della Sicilia da parte di chi quel periodo l’ha vissuto da lontano, distaccatamente, e oggi vive invece un nuovo approccio con l’Isola e i suoi abitanti? LiveSicilia ha chiesto al singolare primo cittadino di Salemi, Vittorio Sgarbi, le sue impressioni su quel periodo e le sue valutazioni sulla situazione attuale.

Sindaco Sgarbi, qual è il suo primo ricordo del 23 maggio 1992?
“Ero in Parlamento e ricordo che è arrivata questa notizia atroce, così violenta da farci capire quanto fosse debole il nostro potere. Certo, la politica aveva già stretto e ha continuato a stringere accordi con esponenti della mafia e di Cosa nostra, come risulta dalle indagini degli inquirenti e dai fatti di cronaca, ma in quel momento si è percepito forte e chiaro, come mai prima di allora, il potere assoluto della mafia”.

Cosa ha pensato, da italiano, di quanto stava avvenendo in Sicilia?
“Quello che ho appena detto. Italiano, nella fattispecie parlamentare… insomma io ero quello. E di quel 23 maggio di diciotto anni fa ricordo ancora oggi il senso di impotenza che avvertimmo tutti i parlamentari”.

Qual è la sua percezione della Sicilia, oggi che la vive da sindaco di Salemi?
“Oggi il potere dello Stato è superiore a quello della mafia, è evidente. Basti vedere che abbiamo due presidenti della Regione indagati o condannati. Io non so né quanto siano realmente gravi e serie, tanto meno come si concluderanno le vicende giudiziarie legate a Lombardo e Cuffaro. Ma al di là di quello che succederà, resta il fatto che oggi lo Stato è più forte”.

Cosa è cambiato in Sicilia in questi 18 anni?
“È evidente che qualcosa è cambiata e sta continuando a cambiare, ma sicuramente non grazie ai professionisti dell’antimafia. Se le cose stanno cambiando è merito di alcuni magistrati, di alcuni amministratori, di alcuni poliziotti. Vede, per fare antimafia in Sicilia bisogna comportarsi come ci si comporterebbe al Nord. Arrivano le minacce? Si ignorano e si va avanti facendo il proprio lavoro. Io sono sotto tiro perché sono stato il primo a denunciare quello che si celava dietro il business delle pale eoliche, non come certi professionisti dell’antimafia”.

Però non si può negare che i giovani di oggi siano più consapevoli di ieri, grazie a un certo movimento che ha scosso le coscienze dal basso.
“Ma sì… vede, le conferenze nelle scuole saranno anche importanti, i giovani di oggi saranno sicuramente più consapevoli, ma quando io parlo di professionisti dell’antimafia mi riferisco ai vari Orlando e Alfano, che su quello hanno costruito le loro carriere. Per quanto mi riguarda, io faccio il sindaco di Salemi senza stipendio, Sonia Alfano percepisce un’indennità di 22.000 euro al mese dal Parlamento Europeo”.

La Sicilia raccontata dai giornali è la stessa che ha conosciuto lei?
“Sì, in fondo la Sicilia raccontata dai giornali è abbastanza verosimile, non mi pare ci siano grandi differenze. Certo, i giornali sono legati a una certa retorica dell’antimafia e, d’altro canto, vivendo un territorio si scopre tanto di buono, si conoscono le persone vere. Ma di fondo non percepisco grandissime differenze”.

Come passerà il suo 23 maggio?
“Lo passo a Toronto, con i salemitani di Toronto”.


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