PALERMO – L’impressione è che, tutto sommato, la bocciatura del ddl che avrebbe consentito ai dipendenti licenziati della Formazione di creare cooperative e partecipare così ai bandi, sia stato solo l’innesco, un pretesto. Per dare il via a polemiche e accuse nemmeno tanto velate. Che hanno coinvolto tutti, maggioranza e opposizione: “Il governo vuole favorire gli enti storici a discapito degli altri”. Nuovi veleni, quindi, sulla Formazione professionale siciliana, su cui si allunga nuovamente l’ombra di manovre clientelari.
È andata giù durissima la lista Musumeci, che ha deciso anzi di disertare i lavori a Sala d’Ercole finché non verrà ritirato l’Avviso 3. Che è, per intenderci, il “bando dei bandi” nella Formazione siciliana. Quello che ha sostituito ciò che una volta era il Piano regionale dell’offerta formativa (Prof). Si tratta, in pratica, dell’Avviso col quale vengono concessi agli enti ore di formazione e quindi i finanziamenti di una torta da 155 milioni di euro. Un Avviso i cui parametri favorirebbero le grosse concentrazioni di enti, a discapito di quelli più piccoli e più giovani. “C’è il doppio pericolo – la denuncia dei deputati Musumeci, Formica e Ioppolo (ai quali si è aggiunta la firma del forzista Assenza) – che alla creazione di un nuovo bacino di precariato si determini anche la concentrazione di tutte le risorse su pochi grossi enti, con la inevitabile chiusura di centinaia di enti di formazione e gravissime ripercussioni sul piano occupazionale”. “Abbiamo il fondato timore – dichiara Nello Musumeci – che questo Avviso tre sia il frutto di un tavolo tra compari, col governo, le note sigle sindacali e i soliti enti amici del giaguaro”. Accuse rincarate dai deputati che erano presenti alla seduta di oggi, che ha visto la bocciatura del ddl sul “ripescaggio” dei lavoratori, col voto segreto: 35 i voti contrari a fronte dei solo 8 favorevoli, a dimostrazione di un malcontento che è molto più ampio di quanto possa far pensare il solito ‘duello’ tra maggioranza e opposizione.
Tra gli interventi più critici, infatti, quello di un esponente della maggioranza e anche compagno di partito dell’assessore Marziano. Il deputato Pd Giovanni Panepinto, infatti, non stato per nulla tenero: “Autorevoli rappresentanti di quest’Aula – ha detto – hanno sollevato il dubbio, credo fondato, che il governo voglia favorire i grandi enti a discapito dei piccoli. Io mi auguro che non sia così, anche perché gli enti storici sono proprio i responsabili dello stato attuale della Formazione siciliana, oltre al fatto che per anni hanno esercitato un improprio condizionamento nei confronti della politica”. Una considerazione condivisa anche dal deputato Udc (quindi anche lui della maggioranza) Gaetano Cani: “I grossi enti – ha detto – hanno portato avanti la formazione in maniera non affatto esemplare. Il rischio oggi è che la Formazione si trasformi ancora una volta in un mercato”, mentre anche il capogruppo Turano ha espresso dubbi sulla velocità dell’iter che ha portato in aula un ddl dal quale, però, il governo per bocca dell’assessore Marziano ha preso le distanze: “Abbiamo dato parere favorevole, ma il testo è di origine parlamentare”. E in effetti è stato presentato da Antonio Venturino, che ha insistito per votare il ddl, nonostante gli avvertimenti giunti dai colleghi dell’Ars. E alla fine, ecco la plateale bocciatura. Che il vicepresidente dell’Ars non ha preso bene: “Un’altra pagina amara sulla Formazione professionale in Sicilia – ha commentato – e una pagina vergognosa della politica siciliana che dovrebbe dare risposte immediate e certe a intere famiglie, la cui unica fonte di reddito proveniva dalla formazione. E’ stata affossata dalla maggioranza fatta da 35 “occulti tiratori”, con 8 voti a favore, una norma che avrebbe potuto offrire risposte concrete a chi è rimasto senza lavoro e che aveva ricevuto. Ecco la risposta di certa politica – aggiunge Venturino – quando c’è da venire incontro in modo concreto ai lavoratori per fronteggiare la situazione di crisi che ha travolto la quasi totalità degli enti di formazione professionale siciliani. Abbiamo assistito ad atteggiamenti a dir poco controversi – conclude Venturino – da un lato tutti pronti a dire che si trattava di una norma di buon senso e poi la norma respinta in modo schiacciante. Mi chiedo come avranno votato i “puri” del cambiamento”.
Ma quella norma, per buona parte dell’Aula era inutile. E non avrebbe risolto nulla. “Il governo Crocetta tenta ancora una volta di minare la formazione professionale siciliana, – il commento del deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia – ma questa volta cadendo rovinosamente. Quel ddl avrebbe portato gli operatori della formazione, riuniti in associazioni e cooperative, a perdere ogni forma di tutela. I lavoratori, dopo essere stati licenziati da Crocetta, si sarebbero trovati pertanto ulteriormente penalizzati, per l’assenza di risorse, che non avrebbero potuto di certo trovare autonomamente, si pensi anche semplicemente alle spese per gli affitti e le utenze. Per questa ragione, oggi, – ha aggiunto – ho chiesto il voto segreto in Aula, ottenendo che il parlamento bocciasse il provvedimento. La maggioranza ha votato contro e se l’è data a gambe, per paura che potessero scattare indagini su ipotesi di reato attorno alla creazione di un nuovo sistema della formazione, che avrebbe potuto generare clientele a beneficio dei soliti grossi enti e a scapito dei poveri lavoratori licenziati”. L’ombra delle clientele nella Formazione, anche nell’era della rivoluzione crocettiana.