Luca Madonia l'ultimo singolo: "Catania? Viva ma omologata"

Luca Madonia ecco l’ultimo singolo: “Catania? Sempre viva ma omologata”

Esce "La mia ombra": con un richiamo anche ai Denovo
LA DOMENICA DI LIVESICILIA
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CATANIA – È un esercizio di resistenza alla malinconia quello del sapere che tra i luoghi del video de “La mia ombra” c’è anche la cantina che ospitò la sacralità embrionale dei Denovo. 

Luca Madonia lancia il suo singolo accompagnato da un video che finisce col trascinare con sé le emozioni di una Catania che fu. Quasi un’esperienza di condivisione incastonata nell’album “Stiamo tutti ben calmi” uscito già un anno fa. Un lavoro che è una giostra di umori e di luci in grado di trasformarsi in un rifugio accogliente destinato a chiunque deciderà di immergersi nel suo ascolto. Perché racconta un’umanità che non tutti conosciamo.

“Per me, sono quarant’anni di bellissima vita in musica. E con “La mia ombra” si chiude un cerchio – spiega Madonia -.
È vero, il video è stato girato nei luoghi della mia infanzia: a casa dei miei genitori, in particolare. È una canzone triste ma, al tempo stesso, positiva. Il succo è che si può sempre uscire dalle tenebre se uno crede nella vita. E uno la vita deve farsela piacere perché poi siamo noi la nostra vita.
Ripartire dalla casa dove sono nato, dove sono cresciuto e formato, dove mi sono innamorato della musica e dove sono nati i Denovo: perché noi provavamo nel garage di quella casa.

E “La mia ombra” mi ha riportato indietro con questo video girato con un piano sequenza dall’inizio alla fine. Un video semplice ma nel quale credo molto e qui il regista Daniele Gangemi è stato davvero molto bravo”.

Catania è sempre stata viva

“Catania è sempre stata una città viva. Attenta. Quando abbiamo cominciato con i Denovo c’era quella voglia di emergere, c’era quella grinta, quell’amore per la musica che faceva sentire viva tutta la città. Oggi, vedo invece un pò troppa omologazione. Vedo un sacco di ragazzi in giro però meno attenti a certe cose.

Noi eravamo più carbonari. Andavamo a cercarci – valeva per noi come per il pubblico – certe cose che costituivano una voglia di riscatto e di creatività. Ecco: credo che manchi parecchio la creatività.
C’è un individualismo esasperato: vedo ragazzi che vanno a prendere una pizza e stanno isolati con i loro cellulari”.

“La vita è un grande dono”

La musica non può forse cambiare il mondo, questa era un’illusione che ci siamo portati dagli anni passati, però è certamente un’evasione. Prendi uno come me: io ho sempre cercato di essere onesto e di dire e cantare sempre le cose che sento e che penso. 

La musica si può rapportare a tutto quello che stiamo vivendo in questo tempo: alle cose brutte, alle guerre. Dovremmo comprendere che la vita è un grande dono e se capissimo tutto questo forse si risolverebbe qualcosa”.

La musica dei Denovo non è finita

“I Denovo sono stati un’esperienza bellissima. Per dieci anni abbiamo suonato come matti: suonavamo in quella cantina dei miei alla ricerca del nostro sound. Siamo rimasti in contatto tra di noi ma a luglio è venuto a mancare, purtroppo, Tony Carbone, che era un bassista, un amico, un perno della band. Segno che i Denovo sono finiti. Ma la musica dei Denovo non è finita”.


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