Lucchesi: "Palermo la croce più amara della mia carriera" - Live Sicilia

Lucchesi: “Palermo la croce più amara della mia carriera”

"Facevo quello che la società diceva, se mi viene detto che gli stipendi sono stati pagati, lo riportavo alla stampa"

Il direttore generale del Monterosi, Fabrizio Lucchesi, è intervenuto ai microfoni di “Radio Time” per parlare della prossima sfida club laziale contro il Palermo di Giacomo Filippi: “Qui il percorso è iniziato adesso, parliamo di un piccolo borgo di provincia di 4mila abitanti che è salito dalla D, hanno grande entusiasmo. Sono i primi passi e sapevamo che ci vorrà un po’ di tempo per trovare la nostra dimensione. Il nostro obiettivo per questo primo anno è quello di salvarci. Palermo? È una buona squadra, non è il Palermo stellare degli anni che ricordiamo noi. La Serie C è difficile per tutti anche se ti chiami Palermo. Parliamo di una squadra attrezzata per fare bene. Ci sono dei club che possono fare bene e altre che concorrono, tra un paio di mesi ci saranno quelle squadre che lotteranno per la vittoria finale e chi tenterà di salvarsi o di raggiungere il playoff”.

Il dirigente toscano ha un recente passato nel capoluogo siciliano risalente al periodo pre-fallimento, quando l’US Città di Palermo passò in mano alla famiglia Tuttolomondo. Lucchesi ha così commentato la vicenda: “In 41 anni di carriera questa è la croce più amara che mi porto dietro perchè non avevo capito nulla di questa storia, se è vero il teoroma della Procura di Palermo. Parliamo di un’amarezza che mi angoscia e mi far stare male, ero un dipendente chiamato per gestire un’azienda e credo di essermi calato perfettamente nel mio ruolo in quei mesi. Facevo quello che la società diceva, se mi viene detto che gli stipendi sono stati pagati e che la Covisoc ne è a conoscenza, io dico ai giornalisti che gli stipendi sono stati pagati. Se poi scopriamo che questo non era vero io che colpa ne posso avere? Non ho capito cosa stesse succedendo in quel momento. In quella stagione ho anche rifiutato un club tra i primi 8 in Italia e addirittura dall’allora proprietà mi è stato detto che se fossi andato via sarei stato un infame. Dieci giorni dopo non hanno iscritto la squadra al campionato”.

L’attuale Dg del Monterosi ha poi continuato: “C’è un processo in corso e addirittura ho notato che il teorema accusatorio dice che forse c’erano degli accordi tra il dottor Zamparini e i Tuttolomondo. Se c’erano io non me ne sono accorto. Il teorema della procura fallimentare dice che si sta valutando se tra i Tuttolomondo e Zamparini ci fosse un’intesa per un fallimento concordato tra loro, ho visto dagli atti. Loro il giorno dopo i i brutti fatti sostenevano di essere stati truffati e la verità è venuta fuori con tutti quegli arresti e quelle denunce. Fino ad allora non avevamo purtroppo alcuna controprova. Ai tifosi del Palermo posso dire che sono amareggiato quanto loro e ciò che gli è stato tolto nessuno glielo potrà ridare, voglio sottolineare che l’amarezza che ho dentro è davvero tanta. Non ho colpe, purtroppo la mia colpa è stata quella di essere stato scelto da Zamparini per un mese. Che colpa ne posso avere io, non mi aspettavo di potermi trovare in una situazione di un questo tipo. Questa amarezza la subiamo io e la mia famiglia ancora oggi. Ho 41 anni di esperienza nel mondo del calcio. O sono stato un somaro io oppure sono stati bravi loro a raccontarmi una storia. Quando mi è stato proposto Palermo, per l’amore e per la voglia di fare questa scelta forse non sono stato prudente e ho accettato di getto. La voglia di tornare a Palermo mi ha forse messo il prosciutto sugli occhi”.


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