Lungomare e piazza presi d'assalto: San Leone, allarme assembramenti - Live Sicilia

Lungomare e piazza presi d’assalto: San Leone, allarme assembramenti

Giovani e meno giovani senza mascherina: una domenica da incubo
NELL'AGRIGENTINO
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AGRIGENTO – Una domenica da incubo quella appena trascorsa ad Agrigento dove, nonostante le ultime due ordinanze restrittive e un annunciato dispiegamento di forze dell’ordine, centinaia di persone hanno letteralmente preso d’assalto il quartiere balneare di San Leone. Molti assembramenti e poche mascherine. E le foto che immortalano giovani e meno giovani ammassati tra il lungomare Falcone-Borsellino e piazzale Giglia sono ormai divenute virali sui social suscitando indignazione degli agrigentini. A nulla, dunque, sono servite le due ordinanze firmate negli scorsi giorni dal sindaco Franco Miccichè con cui si inasprivano controlli nelle “zone a rischio”. Una marea di gente si è riversata a San Leone fin dalla mattina con lunghe code e assembramenti sparsi che tanto richiamano le foto scattate sui navigli milanesi.

Un primo campanello d’allarme era già suonato lo scorso fine settimana quando – più o meno – si era verificata la stessa identica situazione condita anche da una rissa a colpi di bottiglia in cui un giovane è rimasto sfregiato. Proprio all’indomani di questo triste episodio, e alla contestuale chiusura di due noti locali per il mancato rispetto delle norme anti-covid, si era deciso di inasprire i controlli. In settimana si era pure riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza convocato dal Prefetto di Agrigento al termine del quale si era annunciato un massiccio dispiegamento di forze. E adesso, dopo l’ennesimo episodio, è il sindaco Franco Miccichè a minacciare interventi “drastici e impopolari”: “Seguo con apprensione la situazione di San Leone. Nonostante le ordinanze e l’appello alla popolazione, vedo che nessuno ha compreso le motivazioni dei provvedimenti anti contagio che avevamo preso – ha dichiarato il primo cittadino – il passaggio della Sicilia in zona Gialla è stato interpretato come un “liberi tutti”, cosa che in effetti non c’è. Abbiamo emesso le ordinanze restrittive, abbiamo multato e chiuso i locali. Ma non basta. La gente, con questi comportamenti, ci costringe a fare ancora di più. Potrei prendere decisioni molto drastiche ma che intaccherebbero purtroppo la categoria degli esercenti che invece ritengo utili per aiutarmi a gestire la prevenzione sanitaria. Ripeto eventuali soluzioni drastiche ed impopolari per colpa di chi non ha rispetto per se stessi e per gli altri. A voi le conclusioni”


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