Ma Falcone non ci sta: | "Quella lettera non la firmo" - Live Sicilia

Ma Falcone non ci sta: | “Quella lettera non la firmo”

"La maggioranza ha cercato di inserire norme che nulla avevano a che fare con le variazioni di bilancio".

Il parlamentare Pdl
di
2 min di lettura

PALERMO – Non tutti i componenti della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale hanno firmato la lettera indirizzata al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone con cui si chiede di “rivedere la posizione” sulle norme stralciate dalle variazioni di Bilancio che stamattina sono approdate a Sala d’Ercole e dalle quali – appunto – sono stati stralciati 9 articoli.

Quattordici dei quindici parlamentari che compongono la commissione hanno firmato una lettera dai toni molto duri, ma uno di loro si è dissociato: è Marco Falcone, deputato del Pdl. Una posizione netta e frutto di una non condivisione del lavoro svolto nella seduta fiume della Seconda commissione che ha esitato “una manovra” più che delle variazioni. E da quella seduta, durata fino oltre le 2 del mattino, Falcone se n’è andato per protesta: “Ho lasciato la commissione a mezzanotte e mezza perché non volevo più assistere al tentativo di mattanza che la maggioranza cercava di ottenere con l’inserimento di norme che nulla avevano a che fare con le variazioni di Bilancio – ha detto il deputato del Pdl – : la commissione non deve intervenire nel merito delle norme ma soltanto dare la copertura finanziaria”.

E – secondo quanto raccontato da Falcone – in commissione quella notte si è assistito ad uno “spettacolo” completamente diverso. “Chiusa la parte finanziaria – ha continuato – gli altri parlamentari hanno iniziato ad inserire norme di merito che non sono proprie di una legge di variazione ma più di una finanziaria. L’accordo – ha spiegato – c’era soltanto per le proroghe ai contratti dei 44 co.co.co. dell’assessorato Ambiente e territorio, visto che in loro favore è stata anche emessa una sentenza. E questa norma non sarebbe mai stata stralciata se non fosse stata accompagnata da altri 8 articoli che, di fatto, snaturavano la legge. Una variazione di Bilancio non è un vagone merci in cui inserire tutto e il contrario di tutto, invece ho assistito ad una vera e propria ‘distribuzione’ tra i deputati presenti, che è stata del tutto fuori luogo”.

Una posizione che, però, non hanno condiviso gli altri parlamentari dell’opposizione – eccezion fatta per i grillini che hanno appoggiato la norma – che invece hanno firmato la lettera. Vincenzo Vinciullo del Pdl, Roberto Clemente del Pid-Grande Sud e Roberto Di Mauro del Pds si sono schierati dalla parte della commissione che, secondo Vinciullo, fa un lavoro “che non può essere svilito senza nemmeno un tentativo di chiarimento con la commissione stessa. Noi contestiamo il metodo della presidenza – ha chiarito il vicepresidente della commissione Bilancio – e non il merito. Se la presidenza agisse sempre in questo modo la commissione potrebbe anche chiudere”. Posizioni differenti, insomma, all’interno di uno stesso gruppo parlamentare. E non è la prima volta. Del resto, qualcuno dei componenti si è chiesto perché Falcone, invece di abbandonare la commissione e poi non firmare la lettera, non sia rimasto votando contro le variazioni, come hanno fatto i suoi colleghi dell’opposizione.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI