Ma questa Italia c'è - Live Sicilia

Ma questa Italia c’è

Il Bar dello sport mondiale
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(RP) Preparazione tecnica della partita. Uscita dall’ufficio e sgommata feroce fino al tinello di casa, insultando perfino gli ardimentosi attraversatori, a quell’ora,  sulle strisce pedonali. Edificazione di una trincea di Peroni gelate e rutti liberi. Sintomi preoccupanti di sordomutismo, interrotto da brevi mugolii e un urlo al fischio finale del signor Archi e qualcosa.
Bilancio provvisorio del possibile disastro: l’Italia c’è. Non è uno sfarzo, non incanta, non comunica bellezze zemaniane agli occhi. E’ soda e sostanziosa, ha nerbo e carattere ed è riuscita a pareggiare, complice l’ennesimo svarione di un portiere (grazie grazie) una gara complicata assai. In effetti Mastro Lippo non ci ha capito nulla. Si è fitto in capo di scegliere il malnato 4-2-3-1 e con quell’idea suicida è andato avanti, fino a quando i fatti non lo hanno smentito con sonore risate.

Troppo solo il malcapitato Gilardino, troppo laterale Iaquinta. Pepe ha fatto onore al suo cognome. De Rossi e Montolivo si sono “arripigghiati” dopo un primo tempo di scempi. Ma Camoranesi dovrebbe restare legato in eterno alla panchina, per tutte le sciocchezze commesse, con la boccuccia immalinconita dal tedio della star costretta a giochicchiare in un grufolar di porci. E criminale ci è parsa la rinuncia a Totò Di Natale, logoro nel fisico e atterrito dall’Azzurro ogni volta che lo incoccia, eppure l’unico capace di spargere rade zollette di zucchero in un un intruglio di erbe amare.

Il gol segnato dal barbuto De Rossi sintetizza due pilastri fondamentali del credo lippiano. La tenacia che va spremuta senza cedimenti e una certa tendenza posteriore alla fortuna. Una tibiata del genere, di solito, finisce sulla luna, in curva o a casa mia. E’ andata in rete. Amen. Virtù e culo furono gli ingredienti della squadra campione del 2006. E’ evidente che si tenta di replicare. A questo punto, in assenza di gioco,  bisognerà vedere per chi tiferanno gli dei.


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