“Fatemi uscire, fatemi vedere mio figlio. Il documento l’ho falsificato io per avallare la tesi di mio padre che mi aveva indicato De Gennaro come persona collegata al signor Franco”. Lo ha messo a verbale Massimo Ciancimino il 22 aprile, il giorno dopo il suo arresto per calunnia parlando con i pm di Palermo. In quello stesso giorno però Ciancimino ha cambiato più volte versione, concludendo di non conoscere l’origine del documento.
“L’ho detto perché volevo uscire dal carcere”, ha puntualizzato Ciancimino davanti alla quarta sezione del Tribunale nel processo al generale Mario Mori, rispondendo alle domande del legale di Mori, Basilio Milio, che gli ha letto brani degli interrogatori in carcere. Milio ha ricordato anche altri punti del verbale del 22 aprile, registrato nel carcere di Parma, in cui i pm chiedono esplicitamente al testimone se avesse ricevuto il documento falso o altri fogli da qualcuno. A queste domande Ciancimino ha risposto sempre negativamente fino al 7 maggio scorso quando ha delineato la figura del “puparo” fornendo anche il nome ai magistrati. Il personaggio che lo ha avvicinato ad aprile 2010 gli avrebbe infatti lasciato anche un biglietto da visita.
(Fonte ANSA)