MabArt, studente siciliano tra i primi in Italia con un'opera virtuale

MabArt, studente siciliano tra i primi in Italia con un’opera virtuale

Ha vinto un soggiorno di una settimana a New York
Il progetto nazionale
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MESSINA – “Siamo molto soddisfatti, siamo riusciti ad interpretare in modo originale il messaggio culturale che c’era stato richiesto, e, grazie all’acquisizione di nuove competenze sulla realtà virtuale, siamo riusciti a creare un’opera d’arte innovativa con la realtà virtuale. Il progetto MabArt come premio ci ha dato la possibilità di fare un viaggio di una settimana in una delle città più cosmopolite del mondo: New York”. A dirlo Samuele Tavilla, studente della 4H indirizzo Grafica e Comunicazione del Verona Trento di Messina, che ha partecipato al progetto nazionale MabArt.

Le tappe del progetto

Dopo un itinerario di varie tappe si è classificato nei primi posti vincendo un soggiorno a New York. “Partendo dalla prima tappa, svoltasi a Milano, – prosegue Tavilla – accompagnati dal professore Fabio Comi abbiamo visitato la Triennale ed in particolare la mostra “Unknown Unknowns”, esplorando e scoprendo la vera forma dell’ignoto. Dal giorno successivo in poi, sono cominciate le attività laboratoriali che ci hanno permesso, di presentare un prototipo di un’opera d’arte ispirata a quelle osservate durante la mostra”.

L’idea e il viaggio a New York

“La nostra idea – continua Samuele – è stata quella di realizzare una colonna che spaccasse sia il pavimento, che il soffitto, creando delle crepe attorno ad essa. Nella parte visibile della colonna erano presenti delle informazioni che l’uomo era riuscito nel tempo a scoprire; la parte buia, invece, rappresentava l’ignoto, ciò che ancora non è stato scoperto. Nella seconda tappa del progetto a Treviso abbiamo rivisto e finalizzato il prototipo lavorato nella fase precedente, e lo abbiamo infine completato attraverso la realtà virtuale. Alla fine di questa tappa sono stati scelti alcuni ragazzi per ognuno dei 4 gruppi partecipanti, tra i quali anche io. Ora avremo la possibilità di andare una settimana a New York”.


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Commenti

    Semplicemente:
    Vergogna.

    E pensare che decine di migliaia di turisti non isolani che frequentano San Vito lo Capo, piangono disagi perchè non ci sono fondi per finanziare un acquedotto che porti l’acqua potabile dall’acquedotto Montescuro!!!!

    Ma San Vito non è Gela….

    E questo è solo un esempio.

    Vergogna.

    a me mi pare na strunzata………
    pure un infante capirebbe che trattasi del gioco delle tre carte.
    incapaci a governare ma bravi a fare proclami, nulla di nuovo sotto il sole

    Ora, volendo essere propositivi, pur ipotizzando che l’intero importo del Patto per la Sicilia, sia destinato agli investimenti infrastrutturali, arrotondato a € 6 miliardi, pari a € 1,2 mdl l’anno per 5 anni, considerato che, per ogni € miliardo di spesa pubblica si generano 18.000 nuovi posti di lavoro, si desume che, a fronte di € 1,2 mdl di spesa, saranno creati 22.000 nuovi posti di lavoro stabili per i prossimi 5 anni.
    Male, considerato che, in Sicilia, i disoccupati sono quasi 400.000. Vuol dire che il tanto decantato Patto per la Sicilia, assorbirà solo in 5% dei disoccupati siciliani.
    Male, considerato che il deficit infrastrutturale della Sicilia è pari ad oltre € 30 miliardi cui si aggiunge quello strategico per altri € 20 miliardi per un totale di € 50 miliardi, significa che il Patto per la Sicilia appena firmato rappresenta solo il 10% del valore degli interventi infrastrutturali e strategici di cui la Sicilia ha urgente bisogno.
    Ancora una volta, è necessario ribadire che per colmare il deficit infrastrutturale e strategico della Sicilia rispetto altri territori europei sono necessari investimenti pubblici per € 50 miliardi, € 10/7 miliardi l’anno per 5/7 anni, finanziati attraverso l’emissione di Buoni ordinari regionali, come suggerito da Progetto Sicilia.

    Mezzo miliardo di chiacchere per convincere i gelesi a votare Crocetta(se mai sarà candidato perdente) .Renzi e Crocetta,da Gela l’imbarco per la Libia è molto facile poi
    restateci.

    Quanto benaltrismo… neanche a gela c’è l’acqua, se dobbiamo ragionare così

    Caro Pizzino, dimentica anche che parte dei progetti inseriti in questo Patto non sono cantierabili , che bisognerà attendere i bandi per la progettazione con tutti gli iter che ne conseguono, nonché le gare d’appalto, anni di ricorsi tra tribunali amministrativi, intoppi burocratici di ogni genere. Arrivare al concreto inizio dei lavori di ogni singola opera sarà davvero dura. Buona fortuna. Povera Sicilia

    Gela ha un potabilizzatore realizzato qualche anno fa, dedicato esclusivamente alla città. Forse lei è fermo a quando i gelesi avevano al rubinetto acqua dissalata dalla raffineria, maleodorante e giallastra.

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