CATANIA – Sono l’arte e la creatività a guidare la timida ripresa economica del territorio siciliano. In un contesto economico significativamente indebolito, è il comparto artigianale a mostrare infatti i primi segnali positivi. A testimoniarlo sono stati piccoli e grandi imprenditori ospiti ieri nel cuore dell’ex Monastero dei Benedettini a Catania, nel Chiostro di Ponente, per l’evento organizzato dall’azienda Isola Bella Gioielli con la collaborazione di Officine Culturali e il patrocinio della Regione siciliana. Un’operazione culturale, così è stata definita, finalizzata a mettere in contatto esperienze e saperi locali, professionisti della creatività Made in Sicily per dare avvio a una riflessione su un settore che può diventare un nuovo motore per lo sviluppo economico. Purtroppo l’Italia non sembra infatti ancora capace di sfruttare appieno questa opportunità.
Ecco perché Isola Bella Gioielli – azienda catanese a capitale interamente siciliano che conta al momento circa 8 dipendenti – sta cercando giorno dopo giorno di rendere il lavoro fatto da maestri artigiani orafi uno strumento di valorizzazione dell’Isola nel mondo. “Il nostro desiderio è unire fare e pensare – ha spiegato Alessio Strano, titolare del brand Isola Bella Gioielli a LiveSicilia – realizzando qualcosa che prima non era possibile. Abbiamo preso la cultura iconografica siciliana dei grandi artisti e la filosofia e li abbiamo ‘trasformati’ in gioielli. Grazie anche alle idee del nostro direttore creativo Giuseppe Argurio, e ai nostri dipendenti. Nella nostra regione – ha continuato – c’è un tessuto produttivo molto vivace e noi imprenditori – continua – abbiamo compreso l’importanza di inserire all’interno delle nostre aziende progettisti qualificati per competere nel mercato globale, consapevoli del fascino senza tempo dell’hand made siciliano, sempre più ricercato”.
Superare la crisi facendo leva sull’artigianato è un’impresa dunque difficile, ma non impossibile. Nonostante infatti in Italia si registri una riduzione dell’occupazione pari allo 0.7%, secondo recenti statistiche, le aziende che dal 2008 al 2012 avevano invece scelto di investire in creatività ottenevano un +0,7 %. La creatività dunque resiste meglio alla crisi. “In Europa – come emerso ieri nel corso dell’incontro – le Industrie culturali e creative corrispondono al 4,2% del PIL e con 7 milioni di impiegati rappresentano il terzo settore, dopo l’edilizia e l’alimentare. Ma c’è di più. La creatività premia i giovani. Il 19,1% degli occupati ha, infatti, meno di 30 anni. Le politiche nazionali e europee stanno, infatti, adottando un’ampia gamma di strumenti di intervento per favorire il settore”. Ma per gli imprenditori che decidono d’investire in Sicilia non mancano certamente le difficolta, che sono spesso “strutturali, burocratiche – spiega – e caratterizzate dalle congiunture economiche. Fare impresa in Sicilia non è semplice, specie per imprenditori come noi che abbiamo bisogno di creativi e pertanto siamo sempre alla ricerca di nuove leve da inserire nei nostri progetti”.
“Ci auguriamo che questo evento stimoli lo sviluppo di network di giovani, la condivisione di best practice, la diffusione di informazione e di formazione” ha dichiarato Francesco Mannino, Presidente di Officine Culturali. Ma l’evento di ieri, accolto dal Dipartimento di Scienze Umanistiche ha visto la partecipazione di Anna Mignosa e Claudia Cantale rispettivamente ricercatore e dottoranda dello stesso ateneo e istituzioni attive nel settore, come l’Accademia Abadir con Lucia Giuliano. Oltre ad Alessio Strano e Giuseppe Argurio, rispettivamente titolare e creatore dei gioielli Isola Bella, numerosi imprenditori e maestri artigiani come Andrea Branciforti di Improntabarre, i fratelli Napoli e la loro marionettistica, la stilista Loredana Roccasalva, Enzo Di Stefano dell’omonima Dolciaria, Seby Di Mauro di Pietracolata e Sarah Bersani di Industria01.
Tornando a Isola Bella Gioielli dunque è la forte caratterizzazione siciliana ad aver permesso al brand di contraddistinguersi nel mondo. “Nelle nostre creazioni – ha continuato Alessio Strano – c’è colore, e tutta le figure ammiccanti della tradizione classica siciliana. Dal cannolo, alla cassata, il carretto, l’anfora, fino alla brioche. Ma i gioielli affondano anche le radici nella tradizioni culturali”. L’anno scorso il brand Isola Bella Gioielli ha esposto una collezione al British Museum di Londra. “Siamo stati trovati e selezionali da loro stessi, per noi è stato un grande onore esporre la collezione dedicata a Sant’Agata a Londra. Un’esperienza davvero unica grazie alla quale abbiamo ottenuto un enorme riscontro all’estero, non solo da parte degli stranieri ma anche da parte degli italiani residenti a Londra che hanno conosciuto il nostro brand grazie ala mostra”.
Joharía è la collezione del brand Isola Bella che trae ispirazione dalla storia millenaria della Sicilia e affonda le radici nelle origini e nelle influenze delle dominazioni risalenti al periodo arabo, normanno e svevo. “Nascono così i manufatti Isola Bella – dichiara Giuseppe Argurio, designer e creatore dei gioielli Isola Bella – dalla passione di plasmare la materia in oggetti d’arte che possano emozionare chi li indossa e che possano richiamare la nostra identità culturale, dando una testimonianza di ciò che rappresentano. Joharía non fa altro che recuperare quello splendore della corte di Federico II di Svevia e dell’epoca normanna, di Ruggero II, periodo in cui in Sicilia si parlavano quattro lingue. La collezione è ispirata infatti alla torre di Normanna di Palermo e negli affreschi rappresentati all’interno della stanza Joharía”, creazioni che insomma evocano tolleranza, dialogo religioso ed interculturale”, ha concluso Argurio.