PALERMO – Cadono alcuni capi di imputazione. Pene dimezzate in appello e immediata scarcerazione per le maestre elementari di Partinico accusate di avere maltrattato gli alunni.
Vita Fuoco è stata condannata ad un anno e dieci mesi (in primo grado aveva avuto tre anni e mezzo), Francesca Orlando a un anno e otto mesi (tre anni e quattro mesi in primo grado), Giuseppina Mattina a un anno e mezzo (tre anni e due mesi in primo grado). Erano difese dagli avvocati Nino Caleca, Miriam Lo Bello, Enrico Sanseverino, Vincenzo Giambruno, Pietro Cascio, Angelino Coppolino e Carlo Catuogno. Ottengono anche la sospensione condizionale della pena e la dichiarazione di inefficacia della misura cautelare. Orlando era libera da mesi, mentre le altre si trovavano ancora agli arresti domiciliari.
“Versi di lamento dei bambini”, annotavano i finanzieri mentre ascoltavano le registrazioni delle microspie. Quarantacinque giorni di riprese video e audio dentro la classe descrissero uno spaccato di violenze, soprusi e angherie. Vittime bambini di sette anni. Tutto inizia quando una bambina torna a casa da scuola. Nella sua stanzetta non si limita, come fa sempre, a giocare con la sua bambola preferita. La schiaffeggia, la maltratta. Il padre si insospettisce. Poi, la bimba si confida. Sta ripetendo una scena vista a scuola con la “maestra che alza le mani, tira schiaffi e botte in testa”.
Il genitore si rivolge ai finanzieri di Partinico che riempiono di microspie e telecamere la classe: “La maestra di sostegno tira l’orecchio, gli dà uno schiaffo sulle mani… un altro schiaffo senza alcun motivo. Non paga gli dà un pizzicotto, scatenando la reazione del bambino per il dolore provocato”.
La ricostruzione dell’accusa, però, non ha retto del tutto davanti alla Corte d’appello presieduta da Mario Fontana.