Mafia, 43 anni fa l'omicidio di Mario Francese: il ricordo - Live Sicilia

Mafia, 43 anni fa l’omicidio di Mario Francese: il ricordo

Il 26 gennaio 1979 Cosa nostra uccise a Palermo il cronista del Giornale di Sicilia che per primo raccontò l'ascesa dei corleonesi
L'ANNIVERSARIO
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PALERMO – Il 26 gennaio 1979 Mario Francese “giornalista di punta del Giornale di Sicilia, viene ucciso sotto casa dopo una giornata di lavoro. Le sue inchieste sull’ascesa dei corleonesi, su Totò Riina – fino ad allora per lo più quasi uno sconosciuto- sui rapporti tra politica e mafia e, sull’infiltrazione di quest’ultima nei grandi appalti dell’epoca, avevano colto nel segno. Mario Francese era diventato pericoloso ed è stato messo a tacere. I mandanti non potevano immaginare che a distanza di anni, attraverso i suoi articoli, la sua voce sarebbe risuonata nelle aule di Tribunale, nelle redazioni dei giornali, nelle aule di tante scuole d’Italia. Fino a diventare una presenza viva”.

Così Silvia Francese ricorda l’omicidio del nonno Mario in un intervento sulle pagine di Noi Magazine, l’inserto giovane di Gazzetta del Sud in pubblicazione domani. Lei ha raccolto il testimone della memoria dal padre Giulio Francese, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, artefice assieme al fratello Giuseppe della battaglia per la giustizia, conclusasi dopo 22 anni con la condanna di mandanti ed esecutori dell’assassinio del padre Mario. Nell’edizione di Messina di Noi Magazine una pagina è dedicata ai temi della legalità e dell’informazione di qualità, ricordando l’incontro nell’ambito di Gds Academy con il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, che ha ribadito a studentesse e studenti partecipanti al progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” il valore della verità, “scomoda ma necessaria”, che ispirava il mestiere di professionisti come appunto Mario Francese. La nipote Silvia ha inoltre annunciato la prossima edizione del Premio nazionale “Mario e Giuseppe Francese” che, tributando riconoscimenti ai giornalisti impegnati in difesa della verità, coinvolgerà anche le scuole e i giovani sul tema “Il volto della mafia 30 anni dopo”, nel ricordo delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, la sede Sicilia del Centro sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di cinema, Libera e l’associazione Uomini del Colorado.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha ricordato così Mario Francese: “Dobbiamo chiederci cosa significa oggi il sacrificio di Mario Francese, un giornalista che seguendo la cronaca ha trovato la morte perché esercitava con dignità e libertà il proprio mestiere. Si occupò dei Corleonesi, selvaggi e incivili, al tempo sottovalutati da molti ma in realtà detentori del controllo delle istituzioni e del territorio che governavano spargendo sangue e sedendo sugli scranni del potere. La mafia governava e aveva il volto delle istituzioni. La memoria ci interroga, inevitabilmente, e ci rimanda agli ultimi episodi di cronaca: penso ad esempio al fenomeno dei rifiuti ingombranti abbandonati in molte zone della città. Può sembrare semplice inciviltà, così come i recenti raid contro il Centro Padre Nostro, ma in realtà tutto ciò, non mi stancherò mai di denunciarlo, risponde ad un preciso disegno culturale e criminale organizzato che occorre individuare e sanzionare e che rischia di collegarsi alle ingenti risorse del PNRR, trasformando un atto di inciviltà nella costituzione di un blocco sociale criminale che diventa economico e che rischia di tornare ad assumere il volto delle istituzioni. Ecco
cosa significa fare memoria, oggi, di Mario Francese: essere attente sentinelle per tutelare la società e il territorio da gravi fenomeni di inciviltà che si fanno cultura e sistema di potere. La lezione di Francese è preziosa e tutta la città di Palermo deve gratitudine e ammirazione ad un giornalista ucciso per avere svolto, con grande impegno e passione, il proprio mestiere”.


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