PALERMO – Ci sono sette assoluzioni e le pene inflitte sono molto più basse delle richieste dell’accusa. Ecco spiegate le scene di festa al pianterreno del Palazzo di giustizia tra decine di amici e parenti, con una robusta presenza di forze dell’ordine. Urla, abbracci e baci nell’aula della Corte di assise che ospitava il processo ai presunti mafiosi del Borgo Vecchio.
Queste gli imputati condannati e le pene inflitte dal giudice per l’udienza preliminare Filippo Lo Presti: Fabio Bonanno (6 anni e 4 mesi), Cristian Cinà (4 anni e 6 mesi), Domenico Consiglio, (3 anni e 4 mesi), Salvatore D’Amico (4 anni e 6 mesi), Elio Ganci (2 anni e 2 mesi in continuazione con una precedente condanna), Giuseppe La Malfa (4 anni e 8 mesi) Gianluca Lo Coco (4 anni e 8 mesi), Luigi Miceli (5 anni e 2 mesi), Francesco Russo (2 anni e 8 mesi), Antonino Siragusa (3 anni e 8 mesi), Domenico Tantillo (5 anni e 8 mesi), Antonio Tarallo (5 anni e 2 mesi).
Gli assolti sono Nunzio La Torre, Francesca Paola e Marco Verducci, Domenico Canfarotta, Salvatore Russo, Marcello D’Amico, Massimiliano Tabbita. Erano difesi, fra gli altri, dagli avvocati Antonio Turrisi, Vincenzo Giambrone, Angelo Formuso e Raffale Bonsignore, Nico Riccobene, Salvatore Sieli e Michele Giovinco.
Il blitz dei carabinieri fece venire a galla una raffica di estorsioni. I commercianti consegnavano i soldi a Giuseppe Tantillo, che nel frattempo è diventato collaboratore di giustizia. Richieste al ribasso – al massimo i commercianti pagavano 500 euro a Pasqua e Natale -, ma a tappeto. Molti hanno confermato le estorsioni, ma solo in tre si erano costituti parte civile al processo con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Caradonna, legale del comitato Addiopizzo.
Al vertice veniva indicato Elio Ganci, ma il ruolo di capo e promotore non ha retto al vaglio del giudice per l’udienza preliminare. Non a caso per Ganci, difeso dagli avvocati Teresa Re e Angelo Formuso, la pena inflitta è crollata rispetto alla richiesta di 14 anni.