PALERMO – Dalle infiltrazioni mafiose alle assunzioni clientelari, ad una mega truffa ai danni dei contribuenti. I pubblici ministeri di Palermo e Agrigento scavano dentro gli affari della Girgenti Acque, la società che gestisce il servizio idrico in 27 comuni dell’Agrigentino.
L’ombra di Cosa nostra è pesante, tanto che la competenza dell’indagine è passata alla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. Il procuratore aggiunto Maurizio Scalia e il pubblico ministero Calogero Ferrara stamani hanno convocato diversi politici nella veste di persone informate sui fatti. Si tratta del sindaco di Agrigento, Calogero Firetto, di quello di Raffadali, Silvio Cuffaro, del deputato nazionale Maria Iacono, dell’ex onorevole Giuseppe Scalia,, dell’ex sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, dell’ex senatore Stefano Cusuimano, del sindaco di Favara, Rosario Manganella.
Secondo la Procura, un centinaio dei 330 dipendenti di Girgenti Acque sarebbero stati assunti su richiesta di uomini politici. Si profila l’ipotesi dello scambio elettorale politico-mafioso. L’inchiesta punta, infatti, a smascherare i presunti intrecci fra Cosa nostra e la società, il cui legale rappresentante è Marco Campione. E così si è tornati a scavare nei vecchi rapporti con l’imprenditore Filippo Salamone, deceduto alcuni anni fa mentre scontava una condanna, indicato dal pentito Angelo Siino come uno degli uomini del patto del tavolino che consentì negli anni Ottanta alla mafia di mettere le mani sui grandi appalti.
Ecco cosa dice il pentito agrigentino Maurizio Di Gati sul conto di Campione. “Era l’imprenditore vicino a me ed era abbastanza favorevole per i progetti che c’erano in quel momento, dal movimento terra alle condotte idriche, dove c’erano da guadagnare più soldi”.
C’è di più perché frattempo i pm di Agrigento indagano pure su una vicenda tutta da chiarire. Qualche tempo fa è passato sotto traccia un mega sequestro nel porto di Palermo di migliaia di contatori di fabbricazione cinese per la misurazione dei consumi idrici. Girgenti Acque ha avviato il cosiddetto “Progetto contatori” che prevede la sostituzione dei vecchi misuratori e l’installazione di nuovi nelle zone dove i consumi si pagano ancora con un forfait mensile. C’è più di un sospetto che le cose non stiano seguendo criteri di trasparenza. Non è un caso che il tema contatori abbia trovato spazio nelle domande dei pubblici ministeri di Palermo nel giro di audizioni di stamani.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota dell’avvocato Lillo Fiorello, legale della Girgenti Aquue spa.
“Nell’interesse della società Girgenti Acque S.p.A., in relazione all’articolo apparso su LiveSicilia dal titolo “Mafia, assunzioni e bollette. Girgenti Acque, Politici in Procura”, e ad altri articoli pubblicati in diverse testate giornalistiche aventi ad oggetto il medesimo argomento, precisa che nella compagine societaria a partire dalla costituzione della società, ormai dieci anni orsono, nessuno dei soci è stato destinatario di rilievi da parte della Autorità giudiziaria. Tutti gli avvicendamenti societari – ininterrottamente monitorati dagli inquirenti – non hanno registrato cointeressenze con soggetti estranei alla compagine societaria per come acclarato con sentenze divenute irrevocabili. Quanto riportato nell’articolo in ordine a tali cointeressenze – riferite peraltro ad un imprenditore deceduto e non interessato all’assetto societario – con ogni probabilità riprende una voce, già considerata inattendibile per gli stessi fatti richiamati nell’articolo. Unica voce, davvero risalente nel tempo, sulla quale si è ampiamente esplorato e sviscerato in ogni direzione, pervenendosi ad una oggettiva smentita. Quanto al reclutamento del personale, Girgenti Acque S.p.A. opera in assoluta trasparenza, provvedendo alle assunzioni con modalità predefinite, senza accedere a ‘scambi’, che del resto, a tenore dell’articolo, avrebbero dovuto consumarsi con esponenti appartenenti a tutti i partiti politici. Con riguardo, infine, ad un presunto sequestro di contatori di acqua, asseritamente avvenuto presso il porto di Palermo, si segnala che la notizia è destituita di fondamento: nessun sequestro di contatori è mai stato eseguito in pregiudizio di Girgenti Acque S.p.A.. Sorprende, pertanto, il riferimento a fatti nella realtà mai accaduti”.