La mafia nell'era dei giornali on line | I commenti che infastidiscono i boss - Live Sicilia

La mafia nell’era dei giornali on line | I commenti che infastidiscono i boss

Emblematica la conversazione fra i cugini Gregorio e Domenico Palazzotto, considerati capimafia dell'Arenella, registrata dalle microspie. Andarono su tutte le furie quando lessero i commenti dei lettori alla notizia di alcuni arresti.

PALERMO – Feriti nell’onore che credono di possedere. Non tollerano che si gioisca quando qualcuno di loro finisce in carcere. Ai mafiosi di oggi i commenti dei giornali on line danno parecchio fastidio.

Emblematica la conversazione fra i cugini Gregorio e Domenico Palazzotto, considerati capimafia dell’Arenella, registrata dalle microspie. “Stamattina sono usciti nel giornale i ragazzi?”. “Sì… fanno pena”. “L’ho visto stamattina in internet quando tipo affaccia l’articolo in internet sotto poi ci scrivono tutti i commenti delle persone…”. “Questi bastardi… questi farabutti devono morire…”. “Ci stavo scrivendo: ‘Ma andate a buttare il sangue dal cuore’, ho detto mi vengono a prendere subito a casa”.

Il riferimento era ad un blitz della polizia che, nelle ore precedenti, aveva portato in carcere alcuni estorsori. I due cugini, arrestati a giugno dal Nuclei speciale di Polizia valutaria della finanza, una volta letto il giornale on line, discutevano delle accuse contestate e dei rischi processuali degli arrestati: “Ma in poche parole che gli imputano… il carnezziere… detersivi… e un negozio tipo di… cose per la casa… (elencavano i negozi finiti nel mirino dei picciotti del racket ndr), c’era scritto che li hanno ripresi con le telecamere… è come quando hanno arrestato a me che dice che c’erano le intercettazioni… però è tentata… non è estorsione… quando è estorsione si parte pure da dieci anni”.

Scrivere e parlare di mafia è stato in passato decisivo per combattere Cosa nostra che ha sempre fatto del silenzio e dell’ombra in cui si muove i suoi punti di forza. Chissà che il prossimo step culturale non arrivi proprio dai commenti. Da quella possibilità che i giornali on line offrono ai cittadini di esprimere liberamente il loro sdegno per ciò che ammorba la terra di Sicilia. E che, a giudicare dal tono parecchio stizzito delle intercettazioni degli uomini dell’Arenella, infastidiscono parecchio i boss.

Con tutti i dovuti distinguo, in passato altri e non i mafiosi aveva mostrato insofferenza per i commenti postati sul nostro sito dai lettori servendosi di uno pseudonimo per celare la propria identità. Fu la politica a tirare fuori una norma che stabiliva, per quei giornali che non prevedevano un sistema di identificazione preventiva dei commentatori, l’esclusione dai benefici economici previsti dalla legge. Il nostro giornale, in quel caso, prese una posizione molto chiara: tra la libertà dei lettori e quei finanziamenti, scegliemmo i lettori. Quei lettori che oggi infastidiscono parecchio i boss.

 


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